Light-Alex 6½ / 10 02/12/2024 10:47:33 » Rispondi Dopo È Stata la Mano di Dio, in cui Sorrentino si era almeno parzialmente liberato di alcuni manierismi per raccontare una storia più intima, approdando a un registro intermedio tra evocazione e emotività – una scelta che personalmente mi aveva particolarmente convinto – con Parthenope siamo tornati a un Sorrentino pienamente onirico, figurativo e cinematografico, più vicino a La Grande Bellezza o Youth - La Giovinezza.
Sicuramente, Sorrentino realizza immagini artisticamente straordinarie, dal forte carattere autoriale. Questo è un film che non si può valutare dal punto di vista dell'intreccio narrativo, ma piuttosto per la sua capacità di trasportare lo spettatore con la pura potenza del cinema. Non si può non riconoscere al regista una grande maestria nella fotografia e nella composizione visiva: le ambientazioni – dai vicoli di Napoli alle scene marine fino agli interni decadenti – sono valorizzate al massimo da una regia tecnicamente eccelsa, caratterizzata da virtuosismi visivi che sanno catturare e stupire.
Tuttavia, per quanto il taglio di Sorrentino sia inconfondibile ed estremamente riconoscibile, in altri suoi film mi sono sentito più coinvolto emotivamente. In Parthenope, al contrario, mi è mancata quella connessione. Questo forse è dovuto a un'eccessiva spinta verso il barocco, un tratto distintivo del regista che qui sembra prevalere su tutto. Le immagini figurative e metaforiche, che vorrebbero creare un'analogia tra la vita di Parthenope e l'essenza di Napoli, mi sono risultate spesso troppo fumose e incomprensibili.
Ne è risultato un film più mentale che emozionale, un'opera di grande bellezza estetica ma che mi ha lasciato stranito nella ricerca di senso nei paralleli Napoli-Parthenope. Emozioni? Poche. Coinvolgimento? Minimo. Il film rimane freddo e stilistico, una celebrazione dell'immagine che non riesce però a toccare il cuore. Nonostante questo, alcune sequenze sono oggettivamente molto belle e restano nella memoria come quadri cinematografici di grande impatto visivo.
In definitiva, Parthenope è un esempio di cinema di stile e visione, ma è carente nell'elemento umano e nell'emotività che altri lavori di Sorrentino sapevano invece offrire.
JohnRambo 12/12/2024 20:30:49 » Rispondi Ciao, mi è piaciuta molto la tua recensione. Sai che penso? Che se Sorrentino si fosse davvero lasciato andare e avesse mostrato ciò che in cuor suo voleva, ovvero la protagonista nuda e perennemente in balia del desiderio sensuale (come mostra la superba scena con l'arcivescovo), sarebbe uscito un film assai più bello. Invece la pruderie intellettualoide, il timore di essere giudicato da quella selva di colleghi eruditi di cui ama circondarsi e leggersi nelle recensioni, lo ha bloccato sfornando un bel prodotto ma non bello quanto sarebbe potuto essere senza freni mentali; solo mostrandosi istintivo. Si potrebbe quasi dire che Sorrentino in questo film si identifichi nella Partenope ampollosa ma non nelle sue azioni, assai più spontanee e sincere, indicatrici della vera essenza e carattere della donna/città.