Un po' la tipica commedia italiana lievemente impegnata che specie nella seconda parte si dedica alla critica sociale, che racconta la storia di questo professore che lavora a Roma, palesemente in burnout a cui dopo anni accettano la richiesta di trasferimento in un paesino sperduto sulle montagne abruzzesi di 300 persone, un ambiente che può sembrare paradisiaco visto da fuori per chi è stressato dal caos delle metropoli ma che come mostrerà questo film ha i suoi lati oscuri, spesso sottovalutati dai turisti che vengono allegramente a visitare il borghetto quando fa bel tempo o a farsi la passeggiatina autunnale per fare le storie su Instagram, come dice uno dei personaggi.
Probabilmente il punto debole del film è il voler tirare in ballo tante tematiche, anche di grosso spessore, senza avere il tempo né la voglia di approfondirle, è così che si passa da una prima parte un po' più comica riguardante il goffo ambientamento del protagonista in un mondo arcaico in cui lui non è capace neanche di accendere una stufa perché troppo abituato con la tecnologia, o in cui è costretto ad andare a parlare con i genitori degli alunni in mezzo allo sterco di pecora, per poi andare su tematiche sociali come lo spopolamento di questi luoghi storici, sempre più abbandonati dalle nuove generazioni e in un certo senso stigmatizzati anche dalle vecchie, come possono essere i genitori del ragazzo che ha deciso di creare un'azienda agricola nel luogo, che pensano sia impazzito, continuando con un discorso legato alla critica anticapitalistica, con tutta la parte riguardante il sindaco del paese vicino che ha interessi politici ed economici nel far chiudere la scuola del piccolo borgo, ed infine ci infila pure la guerra in Ucraina con i suoi profughi e un'apertura verso la diversità culturale e l'integrazione, tutto molto giusto per carità, ma è anche mostrato in maniera abbastanza frettolosa, potrebbe essere il classico film didattico che farebbe bene ai bambini per mostrare tutte queste questioni in maniera semplificata, certamente nell'ora e mezza di durata, ben poco si approfondisce, è comunque interessante vedere tutti gli stratagemmi del professore, della vicepreside e anche dei bambini, per mantenere la scuola viva, della serie che si adattano loro stessi alle porcate che fa la pubblica amministrazione, anche se il bambino di otto anni che hackera il sito del ministero è fantascienza, ma sorvoliamo.
Quindi, eticamente si meriterebbe di più, artisticamente è ben poca roba, approfondendo poco ed essendo abbastanza didascalico.