Grandissimo thriller di Fulci, che realizza un film scritto divinamente, tra le sceneggiature migliori che siano passate sotto le mani del regista e lo dirige alla grande, raccontando queste macabre storie di omicidi con la protagonista che ha il dono di avere queste visioni che li mostrano, parte come un giallo abbastanza convenzionale, seppur parecchio teso, salvo poi evolversi in una storia ben più labirintica, in cui l'autore sfrutta meravigliosamente i colpi di scena che giocano tantissimo con la percezione della protagonista, è incredibile come riesca a sfruttare la vera natura delle visioni, indefinite per antonomasia, giocando col tempo - quando sono ambientate cronologicamente - e con i soggetti - chi c'è effettivamente in queste visioni - in una vicenda che si fa sempre più torbida e buia, con i protagonisti che cercano di ricostruire il tutto pezzo per pezzo, indizio per indizio, è un film che gioca tanto con i dettagli, che possono essere una rivista con una fotografia o lo specchio rotto, la barba di un personaggio o lo zoppicare, fino ad arrivare all'orologio e alla sua particolarissima sveglia che darà il titolo al film, dato che effettivamente è formata da sette note - altro elemento preso da Fulci che Tarantino citerà in Kill Bill -
Con una messa in scena di altissimo livello, ambientato nei pressi di Siena con questa grossa villa semiabbandonata dove anni prima è avvenuto il macabro omicidio, una fotografia contrastata e la regia che impone Fulci più tesa che mai, regalando sequenze in cui la suspense fiocca, l'incontro finale tra Virginia e Francesco ne è forse l'emblema, con tutti gli indizi che avvertono anticipatamente lo spettatore di quello che sta per succedere e gli fanno passare i successivi minuti col cuore in gola, per poi giocare ad una corsa contro il tempo, anche il gore comunque si mantiene a livelli discreti, tra l'iniziale morte della madre della protagonista, che è uguale a quella finale di "Non si sevizia un paperino" all'omicidio di quella misteriosa donna delle visioni, e ovviamente, non si può non citare lo straordinario lavoro fatto alla colonna sonora da Frizzi, Bixio e Tempera, con una musica inquietante e quel synth sinistro che poi verrà ripreso nelle ipnotiche melodie della trilogia della morte.
Grandissimo thriller italiano di uno dei maestri del genere, anche se da qui in poi si dedicherà principalmente all'horror.