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FUNNY GAMES (1998) regia di Michael Haneke

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stratoZ     8 / 10  07/12/2024 16:03:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Una delle opere più famose di Haneke, forse quella che ha avuto più successo mediatico, tanto da arrivare a fargli realizzare un remake dieci anni dopo, effettivamente è un bel trattato sulla violenza e sui meccanismi di potere col suo solito spirito caustico e nichilista, raccontando la storia di questa famigliola borghese che va in vacanza sul lago e viene assalita da questi due ragazzi che sono entrati in casa loro, è un film in cui la tensione cresce lentamente, da una semplice ed innocente richiesta, delle uova, i due ragazzi ne troveranno una scusa per divertirsi a torturare l'innocente famigliola, il regista inizia a spargere gli indizi fin da subito, il telefono che viene gettato nel lavandino pieno d'acqua, le uova che si rompono più volte, accrescendo tanto la tensione e la classica sensazione del "qualcosa che non và" con questi due ragazzi dalla faccia tosta che diventano sempre più impertinenti fino a ferire gravemente il padre e prendere il controllo della situazione a casa di questi poveri malcapitati, a questo punto, penso il film si occupi di due significati, andando a scavare nei meandri della natura umana, mostrando il sadico rapporto di potere che hanno questi due ragazzi una volta che prendono il controllo, tutte le sevizie che compiono sono soltanto uno sfogo, rispondendo al bisogno di sentirsi potenti, facendo del male gratuitamente e godendo nel vedere la famiglia terrorizzata piegarsi alle loro più estreme volontà, non gli interessa rapinare nulla è soltanto un gioco psicologico che fomenta un ego malato e un'atavica ossessione nei confronti del potere.

L'altro significato è quello che esula leggermente dalla trama, e prende forma quando l'odioso ragazzo protagonista che prende il controllo si rivolge alla telecamera più volte, sfondando la quarta parete, parlando direttamente allo spettatore, ma anche nella curiosa sequenza in cui dopo la morte del complice riavvolge col telecomando il film e lo fa resuscitare, un modo del regista per ironizzare sul pubblico, affamato di violenza, sui media che gliela danno in pasto spesso e volentieri, sulla società ormai macchiata continuamente di sangue per un po' di clamore mediatico, Haneke si rivolge direttamente allo spettatore, con uno sguardo da colpevole, senza biasimarlo nemmeno troppo, ci stringe un patto silente, sapendo che in fondo anche lo spettatore stesso vuole vedere sempre più violenza sullo schermo, esplicitando la manipolazione tramite quel telecomando che diventa un emblema della società contemporanea, ma parte da una base dove lo spettatore è predisposto a farsi manipolare, non assegna le colpe, in realtà le divide, le immagini di violenza sono una conseguenza del mercato che ha una richiesta sempre maggiore.

Splendido stilisticamente, dopo l'impennata iniziale la tensione si mantiene alle stelle per tutta la durata, che i due sadici siano in scena o meno, anche quando vanno via dalla casa lo spettatore e i personaggi vivono nel terrore possano ritornare, Haneke ci regala delle sequenze da manuale, come può essere la fuga del bambino, inseguito da uno dei due in una casa dove avevano già precedentemente fatto fuori i proprietari, in mezzo ad un buio in cui non si capisce più dov'è il carnefice, una tensione terribile, o ancora il momento in cui fanno la richiesta alla moglie di spogliarsi, col pretesto di vedere se ha rotolini di ciccia, lo spettatore si aspetta una scena di estrema violenza psicologica, immaginandosi uno stupro, cosa che non avviene effettivamente ma la sensazione tediante resta, arrivando ovviamente alla morte del figlio e quella sequenza lunghissima a camera fissa dei genitori che cercano di liberarsi, agghiacciante, con delle interpretazioni straordinarie di un cast ispiratissimo, tra cui Arno Frisch, il carismatico torturatore che comanda a bacchetta il complice, col suo sguardo pieno d'odio e una fastidiosa e acuta parlantina, uno dei cattivi più viscidi e pedanti che mi sia capitato di vedere al cinema.

Film splendido.