Cult gigantesco del cinema contemporaneo, una delle opere più influenti in assoluto, rivisto per l'ennesima volta in sala per il 30° anniversario, è un film straordinario, secondo il sottoscritto, ampiamente il miglior film di Tarantino che qui è ispiratissimo, funziona tutto meravigliosamente, una sceneggiatura frizzantissima, ritmata, divertente, sporca, con una sensualità di fondo molto forte, acuta, grazie anche a dei dialoghi estrosissimi, ironica, nichilista, insomma un exploit del cinema postmoderno in tutto il suo splendore, con l'autore che si diverte anche a mischiare i generi, c'è un po' di gangster movie, un po' di noir, un po' di commedia nera, un intreccio da puro thriller, diretto straordinariamente con una serie di interpretazioni diventate iconiche, da Samuel L. Jackson e il suo Jules, sicario un po' strambo, fissato con la bibbia che troverà l'illuminazione, a John Travolta, anche lui sicario un po' più disilluso, che guarda la vita quasi con sufficienza, la sensuale Mia Wallace, interpretata da Uma Thurman, o ancora l'epico Mr. Wolf, interpretato dal grande Harvey Keitel, altro personaggio estremamente iconico, così come quello di Willis, pugile fallito che si invischia nelle peggio scommesse, anche molto pericolose, ma guai chi gli tocca l'orologio che gli ha donato Christopher Walken, dopo che l'ha tenuto "al sicuro" per anni.
Considerazione molto personale: discutevo con amici che Pulp Fiction è un po' come "Tre uomini e una gamba", è quel film talmente di culto che rivedendolo non avevo più la sensazione di assistere ad un film vero e proprio quanto ad una serie di scene di culto messe una dietro l'altra, molte delle quali hanno generato meme e sono talmente tanto famose nella cultura popolare che risuona tutto continuamente familiare, come averlo rivisto una volta a settimana, ed effettivamente, anche grazie agli splendidi dialoghi, ci si ritrova spesso a sentire battute quasi diventate di uso comune, da Ezechiele 25:17, a Bad Mother Fucker, da Mr. Wolf che risolve problemi al deposito di negr1 morti, dal massaggio ai piedi al Royal con formage, dai silenzi che mettono a disagio, alla barzelletta sui pomodorini, tantissima roba, quasi impensabile per un solo film, diventata enormemente di culto, ma non sono solo i dialoghi, quanto anche le sequenze, come dimenticare il ballo di John Travolta e Uma Thurman sulle note di "You never can tell", lo strano, per usare un eufemismo, incontro al negozio di elettronica di Marcellus Wallace e Butch, tutti i momenti con Jules e Vic in scena, che sono semplicemente fantastici, con la valigetta, che sarebbe nient'altro che il McGuffin che Tarantino omaggia, l'inizio con Tim Roth e la sua ragazza al ristorante, il tutto montato meravigliosamente, con questo alternare le linee temporali, creando un film corale dal ritmo indiavolato, due ore e mezza che letteralmente volano, ma capita quando è scritto così bene, per non parlare pure della regia, ispirata ed estrosa, piena di virtuosismi, dal trunk shot al continuo uso dei dettagli, ma Tarantino è straordinario nell'orchestrare il grande cast a sua disposizione.
Insomma è un concentrato di divertimento, stiloso, omaggiante ai cult del passato tanto cari a Tarantino, molto influente, l'opera postmoderna per eccellenza che col suo exploit ha generato una marea di figli e autori che ne prendono continuamente spunto, fino ad oggi, ma è già stato detto di tutto, per quanto mi riguarda, è un film da rigustarsi per benino almeno una volta l'anno, tra droga, sangue, turpiloquio, omicidi, teste spappolate, piedi, musica, gangster, rapine e personaggi bizzarri, da antologia.