Discreto film bellico di De Angelis che riporta in voga un episodio piuttosto sconosciuto ai più avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, parlando della vita di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini e delle sue imprese di guerra, è un film dai due volti, il primo, abbastanza convenzionale, è la classica denuncia antimilitarista, spesso vista al cinema, nella prima parte l'autore ci fa empatizzare molto con questi ragazzi mandati in missione e con la forte consapevolezza di una morte quasi inevitabile, mostrandoli sotto una lente quasi antropologica, con nette differenze culturali tra quelli provenienti dal nord e quelli provenienti dal sud, in un contesto di accomodo, tra gli stretti spazi del sommergibile, le stanze condivise con i vari contrasti che si vengono a creare ma anche i rapporti d'amicizia che si intensificano, regalando anche qualche bella sequenza, mi viene in mente il sacrificio del ragazzo napoletano che deve tagliare quel tubo e ci rimette la vita, in una sequenza parecchio poetica e molto toccante.
La seconda parte invece, con il salvataggio dei naufraghi, mostra una componente un po' più inedita, con un grande atto d'umanità del comandante Todaro che salva dei nemici destinati a morte certa in mezzo al mare, esprimendo un forte senso di compassione ed empatia, un faro nel buio della guerra fatta di morte e distruzione, che causa addirittura incredulità nelle persone salvate che dichiarano loro stesse non avrebbero agito così al suo posto e anche con qualche ribelle che ancora si trascina del rancore nei confronti del nemico nonostante il salvataggio e stacca i cavi elettrici, espressione di quanto sia inculcata la mentalità bellica e patriottica nei soldati mandati a combattere, incapaci di discernere l'uomo e la fazione, a differenza di un protagonista che risulta estremamente umano e di una sensibilità unica, valorizzato da un Favino che ho trovato in forma, capace di mantenere la compostezza da comandante ma anche di far trasparire la sua essenza umana, capace di discernere il suo ruolo militare-istituzionale dal suo essere un uomo, cosa evidenziata anche nel rapporto con i suoi sottoposti.
Bella messa in scena, prevalentemente ambientata all'interno del sottomarino, dai risvolti quasi claustrofobici, con i personaggi come rinchiusi in questa scatola di metallo, vi è anche una forte componente di tensione, data dalla possibilità dell'arrivo di un attacco aereo sul sommergibile che costringerebbe l'immersione e provocherebbe la morte di quelli che si stanno riparando nella torretta, in effetti la seconda parte è molto tesa sotto questo punto di vista dato anche esponenziale aumento della posta in gioco, ovvero le vite umane.