Ma tutto sommato è un thriller carino, con una componente complottistica e paranoica niente male, sempre in bilico tra la follia del protagonista, interpretato da un Mel Gibson totalmente matto che crede ai peggiori complotti e un intreccio discreto che mischia spesso le carte e ribalta efficacemente la situazione, portando lo spettatore, così come un'incredula Julia Roberts a dubitare costantemente della verità, giocando tanto con le fazioni di buoni e cattivi, ma anche con la pazzia del protagonista ed un fondo di verità, generando anche, specie nella prima parte, una certa componente ironica tra le righe, che si fa un po' sberleffo di alcune teorie scoperte da questo tassista ossessionato con una casa che sembra un rifugio antiatomico e si passa il tempo libero a cercare indizi di un possibile complotto nei giornali, è l'equivalente anni 90 di mia zia Peppina che mentre fa il ragù scopre le più avanzate tecnologie di microchip che hanno messo nei vaccini.
Poi vabbè, è un film e gli si concede di far avverare tante previsioni, tirando in ballo tematiche importanti, dal condizionamento mentale dei soldati andati in guerra con conseguente psicosi e paranoie varie, al sistema fosco e oscuro delle autorità americane pieno di scheletri nell'armadio, parlando spesso di casi mediatici importanti su cui c'è sempre stata l'ombra dell'insabbiamento, da Kennedy al tentato omicidio Reagan, ma il tutto è solo un pretesto, nemmeno troppo serio, per caratterizzare sto personaggio, per farlo cacciare nei guai, dispiegando progressivamente gli indizi su quali possano essere le motivazioni e creando diverse sequenze action tutto sommato niente male, certo, se vogliamo essere pignoli, è il classico caso in cui i poteri forty non sono così tanto forty perché si fanno fregare da sto tizio qua, però va bene dai, è un livello di sospensione dell'incredulità accettabile, soprattutto considerato il tipo di film.
In ogni caso, la tensione c'è, la costante paranoia e la sensazione di essere spiati, seguiti, pure, il gioco dei sospetti in cui non si sa di chi fidarsi funziona decentemente e qualche scena action carina ce la regala, mi viene in mente la fuga del protagonista dopo essere stato legato da questi agenti che stacca il naso a morsi al capo di tutta questa operazione, un viscido Patrick Stewart ben in parte, o ancora la fuga dall'ospedale, momento action con una buona ironia di fondo, si perde un pochino nella seconda parte con la componente più emotiva in cui fa il carico di miele tra Mel Gibson e Julia Roberts, con questo amore incondizionato che fa due palle enormi che avrei voluto skippare, però il resto della sceneggiatura funziona, e nonostante una durata corposa intrattiene, è un Donner minore ma pur sempre un prodotto decente in cui il regista mostra la sua esperienza e il saperci fare bene con il genere.