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BONES AND ALL regia di Luca Guadagnino

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stratoZ     7 / 10  03/01/2025 13:15:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Con buona probabilità è il film di Guadagnino che fin ora mi ha soddisfatto di più, autore che personalmente mi piace molto a livello stilistico, almeno quasi sempre, capace di confezionare pellicole eleganti e tecnicamente validissime, ma che ho sempre trovato un po' evanescente nei significati, spesso i suoi film mancano di quel pizzico di originalità in più che li renderebbe degli ottimi prodotti, questo però qui non avviene, forse grazie ad un soggetto abbastanza inusuale, Guadagnino racconta una storia di cannibalismo sotto un punto di vista drammatico, non ci sono le rappresentazioni del cannibale a cui ci ha abituato il cinema horror, quello associato allo zombie, in preda solo agli istinti, ma è un cannibale con una coscienza ben definita, una caratterizzazione tale da creare un forte dramma di fondo che pervade la pellicola e crea una bella dicotomia tra il più puro istinto selvaggio, quello di nutrirsi e una più razionale ed empatica voglia di trattenersi per salvare vite umane, ma ogni cannibale ha il suo codice etico, da Sully, interpretato da un Mark Rylance fuori di testa, altra sua grande performance, ormai attempato e che probabilmente risente di tutti questi anni di ermarginazione, ma che comunque evita di mangiare i simili a lui, a Lee, interpretato da Timothee Chalamet che tendenzialmente si ciba solo di gente che considera cattiva, anche se il processo che avviene nella sua testa per questa selezione, diciamocelo, è abbastanza sommario, basta una frase sbagliata o un comportamento egoistico e la persona è destinata a diventare la cena di Lee, e poi c'è la protagonista Maren, quella di cui si segue il percorso fin dagli inizi, che progressivamente scoprirà il suo passato e conoscerà a fondo i suoi istinti, quella che sembra il personaggio più empatico, più afflitto dai sensi di colpa per questo fardello che si porta, ma è interessante scoprire il background di ogni personaggio, approfondito anche per benino, dai problemi col padre di Lee, alla fine che ha fatto la madre di Maren, una vita di rinunce e autoemarginazione per proteggere le persone amate, e a questo proposito il tema del viaggio è preponderante, il film è un vero e proprio road movie in cui i due protagonisti incontrano i personaggi più strani e si conosceranno progressivamente.

Guadagnino firma una pellicola pregna di poeticità, strabiliante visivamente con una fotografia crepuscolare fatta di toni caldi e delle scene in notturna che prendono tinte sul blu notte, perlopiù valorizzata dalle ambientazioni della provincia americana durante questo viaggio di Maren per andare a scoprire dove si trova la madre, dal ritmo dilatato con diversi momenti riflessivi in cui i personaggi si confrontano con la loro coscienza e affrontano il dilemma già citato, trasmette un mood disilluso, un pessimismo molto forte dato da una condizione che sembra condannarli fin dalla nascita, con un finale anche parecchio straziante, mi è piaciuto.