Sinceramente è un tipo di cinema molto distante dai miei gusti, questi film così accondiscendenti, melensi, retorici, nonostante le buone intenzioni sulla carta, mi lasciano sempre con un senso di fastidio, come aver visto un'opera di facciata, fatta a tavolino per vincere qualche premio di qua e di là e adulare lo spettatore, applicherei un contesto storico molto simile a quello di "Going my way" di McCarey, è un film che è fatto palesemente per dare speranza ad un popolo appena uscito dal brutto periodo della guerra, una favoletta riconciliante dal miele buttato qua e là, una comicità appena accennata per alleggerire il tutto e un cast sulla carta strabiliante, dallo stesso Koster in regia che ha fatto opere di assoluto pregio, al trittico di protagonisti Grant, Niven e Loretta Young, il tutto ambientato nel periodo natalizio per restituire la gioia e la speranza delle festività, il problema principale per me sta proprio nel concept, fin dalle prime sequenze, la figura dell'angelo che salva i comuni mortali dai guai della vita, aiutando il cieco ad attraversare la strada, salvando la bambina nel passeggino che era sfuggito alla madre, arrivando alla richiesta del vescovo di un aiuto per risolvere la questione riguardante la costruzione della cattedrale, che vede delle richieste in contrapposizione ai principi di fede del vescovo. Il tutto è trattato in una maniera così accondiscendente e posto in modo che non dipenda dalla persona in sé che mi ha anche irritato, come se ci fosse una forza dall'alto che sistema le cose ogni volta, le stesse grandi trovate umane sono poste come atti dell'angelo che fa credere all'uomo di averle pensate lui stesso.
Insomma questo angelo interpretato da Cary Grant, che nel ruolo ci sta pure benino, ha la sua faccia pulita un po' impassibile da stereotipo di brava persona di quei tempi, piomberà dentro casa del vescovo per aiutarlo a risolvere questo periodo difficile, stringendo un rapporto anche con la moglie, da qui si crea una sorta di velata ma non troppo attrazione tra i due che a modo suo porta a galla la dicotomia tra la natura celestiale del personaggio, che dovrebbe essere estraneo a tali sentimenti e un sentore di carnalità ed emotività tipica dell'essere umano, invidiato dall'angelo per il suo potersi permettere i piaceri terreni - anche se ricordiamo i piaceri terreni per un film del genere, specie nel 1947, sarebbero semplicemente avere una relazione e sposare una donna, nella maniera più tradizionalista possibile, e qui il film mostra anche gli anni che ha - che forse è la parte più interessante del film.
Poi qualche momento carino c'è pure, mi viene in mente la scena della battaglia delle palle di neve, in cui l'angelo aiuta la bambina ad integrarsi col gruppo di amici, o la scena alla pista di pattinaggio in cui regala un gran bel momento di svago al tassista, ma nel complesso è un filmetto mediocre, eccessivamente conservatore e melenso, anche per la Hollywood classica di quegli anni.