Probabilmente sono un po' generoso col voto, ma questo film di Hughes lo adoro, poco da fare, è una di quelle commedie che mi mette di ottimo umore, il classico caso di confort movie, in questo caso specifico mi trasmette delle splendide sensazioni di libertà, date dal contesto in cui il protagonista opera, che mostra una società imbalsamata a regole inutili e principi futili di cui lui col suo acume e la sua furbizia si fa continuamente beffa, mi trasmette una spensieratezza e allo stesso tempo una forte malinconia - probabilmente per il fatto che Ferris è all'ultimo anno di liceo, bei tempi - un mood che per fare un paragone, è lo stesso di "Amici miei", libero ma eticamente corretto, divertente, un fiume in piena di splendide situazioni, ma il grosso lo fanno pure i personaggi di contorno, chiamiamoli antagonisti, quelli che si oppongono a ciò che vuole fare Ferris, che d'altronde è solo godersi una giornata con la sua ragazza e il suo migliore amico in giro per Chicago, dal preside Rooney, che si è accanito nello scoprire il piano di Ferris, al padre di Cameron e la sua Ferrari edizione limitata del 1961, con meno di cento esemplari, che c'è stato tre anni per pulirla per bene e sa il chilometraggio a memoria, ovviamente Ferris non si farà scrupoli a prendere questa macchina per spassarsela in giro per la città.
Il film mostra degli splendidi siparietti, stilisticamente vicino alla commedia degli equivoci, grazie ai piani di Ferris, come può essere l'episodio della finta morte della nonna di Sloane, in realtà uno stratagemma per farla uscire da scuola, con Rooney al telefono percul4to più volte ai momenti al ristorante del grattacielo in cui Ferris si finge un importante imprenditore, facendo andare di matto il maitre, fino ad arrivare a quella che è la mia scena preferita, quella della parata, in cui Ferris in barba a tutta la segretezza del fatto che hanno marinato la scuola sale sul carro a cantare Twist and Shout dei Beatles, momento che per me è l'emblema del mood di libertà che trasmette il film, in cui lo spettatore viene assalito dalla voglia di ballare e saltare su quelle note, fino al leitmotiv degli aiuti e la costante preoccupazione per la salute di Ferris, con le raccolte fondi organizzate a scuola, l'infermiera che si presenta a casa e via dicendo, sempre con la sorella un po' invidiosa della furbizia di Ferris, che si inc4zza continuamente, ma a proposito di questo un po' tutti i personaggi cresceranno, dalla sorella stessa che accetterà i comportamenti del fratello, diventando sua complice nel finale a Cameron che troverà il coraggio di parlare col padre autoritario e che pensa solo alla sua macchina - dopo avergliela distrutta -
Vi è anche una lieve componente di suspense, che rende il film ancora più appassionate, tutte le volte che Ferris rischia di essere scoperto, da quando entra la madre in camera e vi è il manichino a tutti i piani del preside per scovare il suo piano malefico, ma è una tensione che prova solo lo spettatore, Ferris è di tutt'altro mood, trasmette quella noncuranza, un'iniezione di positività che porta a riflettere sulle preoccupazioni della vita, spesso eccessive, d'altronde come dice Ferris: "Life moves pretty fast. If you don't stop and look around once in a while, you could miss it."