DogDayAfternoon 6½ / 10 12/01/2025 17:51:48 » Rispondi A differenza della maggior parte dei commenti che leggo sotto, io ho preferito la seconda parte, quella del difficile inserimento nel mondo reale. La prima parte, relativa alla prigionia, aveva un potenziale enorme che non è stato del tutto sfruttato complice una sceneggiatura abbastanza zoppicante soprattutto dal punto di vista dei dialoghi. Noto comunque con sollievo di non essere l'unico che si chiedeva come potesse una bambina chiamarsi Jack.
Sicuramente una storia forte, un film dalla lacrima facile ma devo dire che non cade troppo nella tentazione della retorica scontata. Mi ha ricordato una storia di cronaca che molti anni fa mi aveva scioccato, che non è quella da cui il libro trae ispirazione (per certi versi ancora più eclatante), ma quella di Natascha Kamputsch.