Discreto thriller ad ambientazione ecclesiastica, che narra delle settimane successive alla morte del Pontefice, quelle in cui i cardinali di tutto il mondo si riuniranno nel conclave per eleggere il nuovo Papa, è un film che prende fin da subito delle svolte narrative basate sul sospetto e sull'insabbiamento, presentando una vasta gamma di cardinali e scandendone bene la personalità, giocando tanto con gli eventi del loro passato e i segreti che il Papa si è portato nella tomba, tramite la soggettiva del decano, il cardinale Lawrence, interpretato da un adattissimo Ralph Fiennes, la narrazione si addentra alla ricerca degli scheletri nell'armadio di queste figure cardine del clero, candidate a diventare il nuovo Papa, mostrando un progressivo deteriorarsi dei rapporti nel mentre passano i giorni del conclave, riservando diverse scoperte scottanti che porteranno l'eliminazione dei potenziali candidati, dallo scandalo in cui è stato coinvolto il cardinale Adeyemi, riguardante una donna con cui ebbe una relazione trent'anni prima, alle azioni di corruzione di Tremblay, oltre al formarsi di veri e propri schieramenti tra le ideologie della chiesa stessa, dai più liberali Lawrence e Bellini, a Tedesco che vuole un ritorno della chiesa alla rigidità dei secoli passati, spesso e volentieri mostrando come l'elezione del nuovo Papa prenda dei risvolti politici in tutto e per tutto, mostrando un clero come i partiti in campagna elettore, alla ricerca di un pretesto per screditare l'avversario di fronte all'opinione pubblica e allo stesso tempo cercando di tirare acqua al proprio mulino e ponendo una riflessione sui paradossi del clero, esplicitando quanto siano in contrapposizione la fede e l'ambizione, dato che quest'ultima porta a peccare ed essere scorretto nei confronti del prossimo - su questo punto di vista mi ha ricordato un po' le opere di Dreyer e Bresson, quando mettevano in evidenza le contraddizioni clericali e il rapporto con una fede che viene piegata ai loro interessi terreni - emblematico è al riguardo il confronto finale in cui Tedesco - interpretato da un ottimo Castellitto - sfrutta i precedenti episodi sui disordini e gli attacchi terroristici di quei giorni per farsi campagna elettorale - ora, praticamente il suo personaggio è Salvini versione ecclesiastica, non saprei dire quanto è fatto appositamente, ma secondo me un minimo di ispirazione Castellitto l'ha presa - arrivando ad un finale coraggioso e parecchio provocatorio.
Berger dirige bene un film dai tratti cupi, praticamente tutto girato in interni tra i bui corridoi degli alloggi ecclesiastici, chiostri e cappelle, in analogia all'oscurantismo e ai segreti nascosti nei meandri dell'istituzione, dallo stampo quasi teatrale, colmo di dialoghi e buone interpretazioni, discreto thriller che presenta anche un buon ritmo.