williamdollace 6½ / 10 23/01/2025 22:02:04 » Rispondi Oh Canada è una riflessione sulla macchina da presa la macchina attoriale la confessione, solo attraverso lo schermo (dentro il film il primo) tra noi e il film il secondo, Oh Canada, esclamazione, epilogo, epigrafe, racconta la storia di Leonard Fife, un rivoluzionario e rispettato documentarista politico che, giunto alla fine della sua vita, causa cancro diffuso, decide di raccontare la sua storia senza filtri davanti alla moglie e collaboratrice e a due vecchi alunni che filmeranno tutto. È Natale, come lo era per la morte della Sontag, Leonard cita lei e cita Freud e la dislocazione dei corpi nella confessione dei segreti che sta per ricordare e svelare. La sua diserzione i suoi tradimenti le donne in mezzo ad altre relazioni i presunti figli sono rivelazioni imbarazzanti che snocciola con la premura di chi non ha più tempo. Questo buio feroce. Senza più una maschera. E Schrader 78enne filma come se Fife fosse la sua nemesi, frettolosamente, con tanti nodi non sciolti, con molte leggerezze e inesattezze ma inesorabilmente, utilizzando un testamento per provarne il sapore chiaroscuro, teatrale, ancestrale, finale. Sovrappone gli stili dello schermo, usa frammenti che non collidono che non si incastrano, sembra a voler dire, perché la vita forse si incastra? La ricordiamo davvero la realtà, quello che ci impegniamo a rappresentare nel tentativo di espiare la nostra esistenza? Un'epifania. Che ci ricorda che nonostante tutti questa metalivelli il piscio nella sacca di Leonard va cambiato, e la virilità lirica delle parole cozza con il bisbiglio di una coscienza che di nulla si pente, frontalmente. Un film riuscito? Neanche per sogno, ma forse, è proprio così che lo si voleva.