Elfo Scuro 7½ / 10 26/01/2025 05:09:14 » Rispondi Il terrorismo cinematografico di John Waters. Come sempre, vista la nomea del regista, commedia nera e grottesco vanno a braccetto in questo film (sempre ambientato a Baltimora) in cui la satira/critica al mondo Hollywoodiano permette anche un approccio metacinematografico a tutto il contesto narrativo. Il gruppo del santone regista indipendente riporta i nomi di cineasti che hanno segnato la storia della settima arte nelle loro peculiari caratteristiche, stampati su pelle come i tatuaggi che ne riportano i nomi (Peckinpah, Fuller, Fassbinder, Lee, Lynch e così via). La trama nel suo essere bizzarra e contornata da situazioni al limite della realtà (ma neanche poi così tanto in fin dei conti) mette a nudo una relata divisia tra cinema indipendente e commerciale come quanta è la divisione tra il suo pubblico e in tutte le sue relative ipocrisie (sia ossessive che meramente superficiali e derivative ai fini di notorietà). Cast formidabile, formato da giovanissimi attori che tanto regaleranno negli anni 2000: Stephen Dorff, Adrian Grenier, Alicia Witt,Maggie Gyllenhaal, Michael Shannon e poi lei Melanie Griffith tutta a disposizione di una manipolazione della propria figura d'attrice (il razzie award, per quello che vale, è una conferma negli intenti del regista). Il film ha momenti intesi quanto sboccati: il cinema a luci rosse pieno di segaioli, il cinema d'arti marziali pieno di pubblico di nicchia, i produttori Hollywoodiani alle prese con un seguito di Forrest Gump, la critica a Patch Adams e la frenesia di gruppo nella scena finale a drive-in sono tutti facenti parti dell'immaginario di un regista che si è sempre dissociato dalla figure convenzionali di un certo tipo di visione cinematografica.