Un paio di cose interessanti sparse qua e là però, con tutta sincerità, vi dico, che palle, è un film che parte come post apocalittico, concentrato sulla difficoltà nella sopravvivenza in questo mondo rimasto deserto, senza elettricità, con poche riserve di gasolio, buona parte dell'acqua contaminata e via dicendo, introducendo la protagonista interpretata da Margot Robbie che presto incontrerà quest'uomo a cui salverà la vita dopo che si era buttato nell'acqua radioattiva, trasformandosi progressivamente in un film sentimentale - potremmo chiamarlo polpettone in realtà - e mostrando l'evolversi della relazione dei due in un contesto simile, tirando in ballo diverse tematiche, tipo quella della fede, mai persa dalla protagonista, che ancora crede nonostante le disgrazie successe, ed è grata di essere ancora viva, ma anche della memoria, con i luoghi e le opere della gente del passato che sono rimaste come ultimo ricordo di loro, il problema è che tutte queste tematiche potenzialmente interessanti vengono appena accennate e mai approfondite, portando sempre il focus sul rapporto sentimentale tra i due, nato un po' per attrazione, un po' per necessità, che poi verrà messo a rischio dall'arrivo di un terzo elemento, creando il tipico triangolo amoroso che susciterà contrasti e difficoltà all'interno del microcosmo che il film mostra, denudando la natura egoista che emerge nell'uomo in un contesto estremo come quello dell'apocalisse nucleare.
Stilisticamente mostra i limiti di una messa in scena pachidermica, dilatata e mai coinvolgente, fatta di silenzi che sanno di troppo, anche spesso troppo caricata, nonostante la recitazione si mantenga di buon livello, ma ci sono ben pochi guizzi sia narrativi che stilistici, che rendono il film una sorta di polpettone sentimentale tra gelosie e contrasti che a lungo andare possono far calare la palpebra.