Macs 7 / 10 27/01/2025 22:32:16 » Rispondi Visto in inglese. Buon film dai, una interessante rivisitazione del tema draculesco di Orlok, con implicazioni psicanalitiche visto che il ruolo di Ellen/Mina diventa preponderante e molto più attivo. Ricostruzione storica buona, anche se avrei apprezzato qualche comparsa in più, specie nelle scene corali che coinvolgono l'intera città. La prima parte del film, con il periodo di Tomas al castello, mi è parsa più riuscita e angosciante della seconda, un po' più sfilacciata e dove si tiene meno sotto controllo il materiale narrativo, che sfugge leggermente di mano. Mi sono piaciuti tutti gli attori, la Depp e Hoult e Taylor-Johnson eccellenti. Ottimo il personaggio di Harding, e la resa della Depp del conflitto interiore che vive il suo personaggio, anche fisicamente con le crisi epilettiche e similari. Un personaggio, quello di Ellen, molto meno innocente di quanto si potrebbe pensare e aspettarsi, anche in rapporto alla tradizione e trattazione cine-letteraria del mito di Dracula. Invece meno convincente Dafoe, mi è parso un po' svogliato e poco autorevole anche a livello fisico quando messo a confronto con l'altro dottore suo allievo, la cui stazza lo sovrasta fisicamente e quindi di riflesso, non solo. Skarsgard ingiudicabile, o meglio, un difetto del film: quando parla il buon Conte, mi faceva parecchio ridere, con quell'inglese stentato e maccheronico, quella pronuncia da principiante alle prime armi nell'apprendimento della lingua con un pesantissimo accento alquanto goffo e buffo. Non l'effetto che si auspicherebbe in un film come questo. Si poteva curare di più quel tratto della recitazione, in modo da renderlo meno grottesco e francamente, in alcuni passaggi, involontariamente comico e quindi che spezza la tensione. Davvero uno dei pochi difetti del film, insieme forse alla fotografia molto, eccessivamente scura. Per il resto ho apprezzato le musiche e la rivisitazione in salsa Eggersiana del tema draculesco, mi ha convinto con questa de-mistificazione della figura della donna e il suo j'accuse alle sue responsabilità (travestite da una presunta "malattia dell'anima") nella dannazione generale - ovviamente con tanto di espiazione e redenzione finali - altrimenti, le accuse di maschilismo sarebbero arrivate a pioggia, e anche a ragione.
Diciamo tutto sommato bene, parecchio bene, anche se non benissim(issim)o.