Discreto film della Bigelow, regista che mi piace e anche parecchio - "Strange days", "Point break", "The hurt locker", "Near dark", questi quattro li adoro - che porta in scena il contesto della Detroit di fine anni sessanta con la questione razziale al centro, più in voga che mai, mostrando le rivolte, la soppressione e gli abusi subiti dagli afroamericani durante quel periodo, la prima parte ha un taglio più documentaristico, con la camera a mano che scende in strada nel bel mezzo degli scontri, mostrando dall'interno il clima teso che si respirava, tra atti di vandalismo e abusi di potere da parte delle forze dell'ordine, lo stile cambia nella seconda parte, in cui avviene la vicenda specifica, quella dell'Algiers Motel, che traspone la storia romanzata in base agli atti e le testimonianze del periodo.
La parte centrale, dove accadono questi fatti, è forse quella più efficace e coinvolgente emotivamente, grazie anche ad una buona caratterizzazione dei personaggi, concentrando in Philip, interpretato da Will Poulter, tutto il razzismo e l'odio verso gli afroamericani, un personaggio viscido e cinico che aveva già precedenti violenti mostrati nel film stesso - lo sparo alle spalle dell'uomo che fuggiva - e che qui diventa, forte della sua autorità e delle armi, un vero e proprio carnefice che tiene in ostaggio gli afroamericani con una scusa abbastanza banale, che utilizza come pretesto per praticare abusi, che siano fisici o psicologici, causando nello spettatore una forte tensione, la Bigelow è abile nel mantenere quella sensazione costante del dramma che sta per accadere, una sorta di escalation emotiva che culminerà con le effettive violenze e morti di uomini innocenti, anche per sbaglio, in quanto era tutto un gioco cinico di Philip solo per terrorizzare le vittime ed avere la sensazione di forte potere.
La terza parte, aumenta ancora di più l'amaro in bocca per la vicenda, il film si trasforma in una sorta di legal movie che mostra un epilogo colmo di ingiustizia, che lascia lo spettatore attonito di fronte ai fatti riportati.