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LA PIANISTA regia di Michael Haneke

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stratoZ     8½ / 10  01/02/2025 18:01:30 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Grandioso film di Haneke, probabilmente uno dei migliori film sulla perversione sessuale, freddo ma umano, triste e disturbante, il punto di forza de "La pianista" è una straordinaria caratterizzazione della protagonista basata sulla dicotomia tra la sua vita da insegnante, rigidissima, quasi acida, facendo anche un mestiere di stampo estremamente classico, legata ai concerti privati, in dimore storiche, che mostrano un forte legame alla tradizione e ad un contesto altoborghese se non addirittura aristocratico in cui l'apparenza e la rigidità fanno da padrone, che è in netto contrasto con le sue perversioni sessuali più profonde, tra vero e proprio sadomaso, automutilazione e via dicendo, interessante l'approfondimento che il film propone, mostrando una figura materna invadente e autoritaria, che mi ha dato molto l'impressione di avere un rapporto con la figlia come se fosse ancora una ragazzina, nonostante sia più che cresciuta, volendo avere il controllo su più aspetti della sua vita, anche privata, allo stesso tempo la protagonista stessa sembra per un motivo o per un altro non riuscire a staccarsi dal nido materno, ma anzi provarne un morboso attaccamento, tutte le pressioni di un contesto chiuso e autoritario si sono riversate sulla sua psiche generando un forte conflitto e degli impulsi sessuali inusuali - Haneke approfondirà ancora la questione del rapporto tra la formazione e il problemi che ne derivano ne "Il nastro bianco", rapportandola alla storia - ma uno dei grossi meriti del film è quello di proporre una visione super partes, Haneke non tratta la perversione da un punto di vista giudicante, nonostante di certo la figura della protagonista non sia positiva, ma anzi ne propone un'approfondimento tale da riuscire a far provare empatia allo spettatore e un certo senso di pena, più per il contesto esterno che la porta all'isolamento, dato che raramente qualcuno accetta le sue perversioni sessuali, una visione estremamente aperta sull'argomento che rifiuta ogni tipo di condanna, nonostante diversi episodi di crudeltà, come può essere quello dei cocci di vetro che causeranno un grave problema alla mano di una delle sue alunne.

Dall'incontro col nuovo allievo, di cui la protagonista si innamorerà, il film gradualmente svolta verso una dimensione più intima, svelando a piano a piano tutti gli altarini della psiche della protagonista, scendendo sempre più a fondo nella questione con diverse scene crude, mostrate col solito stile sussurrato di Haneke che riesce a fare un estremo male emotivo senza mostrare praticamente nulla, dalle automutilazioni alla famosa scena nel bagno del conservatorio, arrivando alla crudissima scena della violenza sessuale in casa della protagonista, conseguenza di un rapporto malato che genera un duro tira e molla, tra l'amore che vorrebbe mostrare lo studente e le perversioni che sembrano un fardello che distrugge ogni tentativo di avvicinamento di una relazione, dinamiche estremamente sentite che lasciano lo spettatore nel più totale sconforto, a questo proposito, la grandiosa regia di Haneke, raggelante e sofferente, è aiutata da una performace straordinaria di Isabelle Huppert, capace di tratteggiare un personaggio dai due volti, il regista austriaco indugia spesso sui primi piani dell'attrice, meravigliose alcune sequenze mentre mostra il suo piano d'ascolto durante le suonate al piano del giovane studente, ma anche la freddezza a metà tra un certo snobismo e la forte repressione sessuale che mostra mentre svolge il suo lavoro, non facendosi problemi ad umiliare e sminuire pesantemente i suoi alunni, arrivando ad un finale quasi commovente per l'empatia che riesce a trasmettere.

Una straordinaria e coraggiosa storia di perversione, approfondita alle origini e che mostra tutti i problemi provocati nei rapporti sociali, film meraviglioso.