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MARIA (2024) regia di Pablo Larraín

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stratoZ     7 / 10  03/02/2025 12:51:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Ormai Larrain in un modo o nell'altro è una garanzia nelle biografie, poco da fare, che sia ispirato o meno, da sempre una visione molto personale della vita, o di episodi di vita, della persona in questione che riesce sempre a distaccarsi bene dalle solite stereotipate pellicole hollywoodiane, non fa eccezione questa sua ultima fatica in cui narra l'ultima settimana di vita di Maria Callas, in un film dall'atmosfera cupa, quasi funerea e dall'elevata componente lisergica che si riversa bene sia nei contenuti più narrativi, come possono essere piccoli dettagli come il nome dell'intervistatore di Maria che si chiama come uno dei suoi psicofarmaci, all'uso semantico del colore, con una fotografia tendenzialmente verdognola, un po' acidula, palesemente irrealistica, che da un sentore allucinogeno all'immagine, realizzando una breve storia con una sempre più sfuggente realtà che si mischia al passato e alla psicosi di una protagonista diventata ormai una sorta di rudere, lontana dai gloriosi tempi del successo, che ha perso la voce, elemento che la distingueva e la faceva ergere quasi a dea scesa in terra, oltre alla perdita del compagno Onassis che la tiene costantemente in un passato su cui rimugina e sente una forte nostalgia, scandito da bei flashback in bianco e nero, in cui lo stile sembra cambiare diametralmente e sia fotograficamente che registicamente si rispetta un'eleganza formale in contrapposizione al resto del film.

La Jolie interpreta una Callas strabordante d'umanità, in pieno conflitto con se stessa e con un mondo esterno che sembra si stia scordando velocemente di lei, oltre alle solite riflessioni sulla celebrità il film di Larrain è pregno di disillusione, portando il focus sulle conseguenze psicologiche della fama, la protagonista è ormai una mummia nel suo mausoleo, con soltanto i fedeli servitori rimasti a darle assistenza e ad assecondare le sue ultime manie di grandezza, molto efficace anche l'uso metaforico dei dischi con le incisioni della voce di Maria, quando era perfetta, rimasti l'ultima testimonianza della sua grandezza, prima detestati poi diventati l'ultimo appiglio.

Da segnalare l'avvento del Larrain Cinematic Universe con la comparsa seppur per brevi momenti di Jackie Kennedy, chissà se nel prossimo film si scontreranno con Neruda o Lady D. - suvvia, si scherza -