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L'INFERNO (1993) regia di Claude Chabrol

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Elfo Scuro     8 / 10  04/02/2025 05:48:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gelosia d'amore, brutta bestia. Nonostante questa sia un'opera postuma del grande Henri-Georges Clouzot, intensa proprio a livello totale, essendo essa solo una trasposizione di Claude Chabrol (quindi in parte alterata) avvenuta solo dopo l'acquisizione dei diritti della vedova del regista, si può dire che ne incarna i tratti e le tematiche ("Ça va sans dire", permettemi il francesismo). La pioggia, la paranoia, gli specchi, gli inganni e di conseguenza una parte di "Les Diaboliques" del 1955 sono riversati nella storia di questo lavoro: un alberghiero benestante e la sua bella moglie si ritrovano in un clima di sfiducia reciproca che sfocera nel delirio più puro, nonostante una famiglia e un reddito più che adeguato al tessuto sociale. Quasi una dissacrazione della medio/alta borghesia in pieno stile Sartre, senza fronzoli ed eslatazioni, in cui la spirale di follia è palpabile e suggestionata allo spettatore direttamente ma allo stesso tempo alterata dalle immagini come una corda tesissima di tensione al solo sfiorarsi. Grande l'interpretazione di François Cluzet che rispecchia la personificazione della paranoia coniugale, Emmanuelle Béart è splendida sotto ogni punto di vista: cinematografico, di presenza scenica, interpretativo e di vittima da parte di una figura troppo scomoda/violenta all'interno della sua vita matrimoniale (davvero una musa). Claude Chabrol d'artificio e della Nouvelle Vogue francese prende le redini di un soggetto caustico e molto personale (i tratti di Henri-Georges Clouzot sono tutti presenti) e lo plasma in un ottimo film di regia deirvativo e tecnicamente all'altezza della regia mancata. Ottima la fotografia di Monique Fardoulis come le composizioni di Matthieu Chabrol. L'amore nuoce alle menti deboli e prive di libertà, un inferno vero e proprio nato in terra da mente umana.