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IO, LORO E LARA regia di Carlo Verdone

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stratoZ     6 / 10  07/02/2025 12:37:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Fondamentalmente non mi è dispiaciuto, forse il difetto peggiore di "Io, loro e Lara" è il finale in cui sembra affrettare un po' troppo tutte le tematiche che aveva tirato in ballo, andando anche verso una direzione un po' troppo irrealistica nei confronti delle premesse che aveva stabilito dopo una valida prima parte, Verdone parla di svariati argomenti, la sua sceneggiatura dallo stampo corale introduce tanti personaggi e il punto di vista di Carlo, prete tornato dall'Africa perché sente di star perdendo la fede, lo mostra nel rapporto col padre anziano e che si è sposato con la nuova badante, alla ricerca degli ultimi divertimenti, nel rapporto con fratello e sorella, visti come persone superficiali interessanti perlopiù ai beni materiali e che le escogitano di tutti i colori per ereditare la casa del padre e i guadagni di una vita, questo insieme mostra delle persone dalla spiccata incomunicabilità e poca empatia, noncuranti dei sentimenti, sembra quasi un leitmotiv Carlo che si lamenta che nessuno gli ha chiesto il motivo per cui è tornato dall'Africa, facendo spesso il paragone tra la povertà di mezzi dei posti in cui faceva il missionario, senza acqua, cibo, elettricità, e la povertà etica e morale dell'Italia del benessere, in cui a nessuno manca nulla, ma le persone non ascoltano più, emblematici i confronti tra Carlo e la sorella in cui lui prova a spiegare i suoi problemi col mestiere di missionario e viene continuamente interrotto, così come vi è in evidenza la negligenza dei due fratelli rimasti a Roma nei confronti del padre che diventa buono solo quando devono ereditarne i guadagni.

La seconda parte prende una svolta particolare, con l'entrata in scena di Lara che farà provare dei sentimenti a Carlo, velatamente erotici, parlando a modo suo del celibato, ma è un argomento appena trattato, che poi non viene mai approfondito e mandato rapidamente nel dimenticatoio dagli altri eventi riguardanti l'adozione del figlio e via dicendo, anche se comunque nel mezzo qualche trovata comica carina c'è, in bilico tra la commedia degli equivoci e il contrasto tra i modi garbati del sacerdote e le burinate degli altri personaggi che ricorrono costantemente al turpiloquio.

Nel complesso, è un calderone che funziona a metà, che accenna tanti argomenti ma non riesce a scendere nel cuore di essi, presentando tanti personaggi forse troppo in balia degli eventi della moderna società del benessere, tra genitori trascurati, psicologi in burnout, investitori dipendenti dalle droghe e le nuove generazioni che provano in tutti i modi a distinguersi con poco successo, si ride ogni tanto, ma in fin dei conti non è nulla di speciale.