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ANCHE GLI UCCELLI UCCIDONO regia di Robert Altman

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stratoZ     8 / 10  08/02/2025 15:40:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Strampalatissimo e incatalogabile film di Altman, un grottesco ritratto della natura umana visto tramite questa storia a metà tra il poliziesco e il demenziale con forti vette di nonsense, un film con un estro stilistico irripetibile dove il regista riesce ad essere caustico e fortemente ironico nei confronti della società del tempo, deturpando i generi, smontando gli archetipi, andando verso una narrazione folle, difficile anche da contestualizzare all'interno del cinema del periodo, la sua natura anticonvenzionale sembra fargli rifiutare una qualsiasi catalogazione, personalmente, mi è sembrato stilisticamente un po' la versione cinematografica di alcuni album di Frank Zappa in cui alternava del forte nonsense a taglienti critiche verso la società americana.

La storia, non facilissima da inquadrare inizialmente, narra di questi strani omicidi per strangolamento a Houston, mostrando i punti di vista di più parti da questo giovane ragazzo studioso che sogna di poter volare come gli uccelli - che saranno un simbolo estremamente ricorrente in ogni sequenza - e che sta progettando queste ali che permetteranno all'uomo di volare, a diversi altri personaggi all'interno della vicenda, come possono essere i poliziotti che vengono coinvolti nelle indagini, come il detective Frank Shaft, venuto appositamente a Houston per risolvere questo complesso caso - fantastici i suoi siparietti con l'agente che gli presta assistenza che sbaglia continuamente il mondo in cui chiamarlo, una gag che viene ripetuta talmente tante volte da smettere di far ridere ed entrare nel paradossale, ma è uno dei tanti elementi inusuali del film - o ancora delle strane figure come possono essere questa misteriosa e attraente donna che gira per la città a compiere strani atti e ogni tanto torna da Brewster a spalleggiarlo nella costruzione della sua macchina per volare, ma è un film in cui il canovaccio in sé non è il focus, quanto serve per mettere insieme tante splendide sequenze di strabordante umorismo, folli e anarchiche, Altman gioca con gli stereotipi e li ribalta, vogliamo parlare della sequenza del funerale del detective della narcotici? In quello che nel cinema è spesso visto come un momento toccante avviene di tutto, a partire dalla lunga e insensata lettera che ha scritto la moglie, da che si mette a piovere e si bagnano tutti i partecipanti alle sirene della polizia che interrompono e portano via i colleghi del defunto, scena fantastica, così come avviene con gli omicidi, trasposti in una maniera oltre il demenziale, con sempre gli uccelli che faranno la cacca sul malcapitato, o ancora, la sequenza iniziale dei titoli di testa, che già anticipano stilisticamente quello che vedremo nel film, con l'inno americano provato più volte e cantato malissimo da questa signora scorbutica, che poi sarà una delle vittime di questo assassino, arrivando alla sequenza dell'inseguimento in cui Altman si diverte a perculare i polizieschi, splendido quel passaggio sul ponte, quasi da commedia slapstick del periodo muto, può tranquillamente aver preso ispirazione da Keaton e compagnia bella.

Il finale mostra quella componente filosofica, col palese riferimento al mito di Icaro, però applicato ad una società contemporanea in cui se possibile è ancora più difficile spiccare il volo, metaforicamente parlando, e distaccarsi, nonostante gli enormi sforzi prima o poi, il protagonista stremato, dovrà cedere, in un finale surreale con qualche rimando a Fellini, ma è un film estremamente simbolico in cui è difficile trovare una valenza univoca di ogni elemento, ma riesce a trasmettere benissimo tramite la tagliente ironia quella sensazione di ingabbiamento a cui ormai l'uomo sembra aver fatto l'abitudine, come gli uccelli nati in gabbia.