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BAD GUY regia di Kim Ki-duk

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     9 / 10  08/02/2025 17:46:46 » Rispondi
La scena di chiusura circolare che spalanca e congiunge, che inaugura la schiavitù e celebra l'inizio di una libertà impossibile è una delle scene che onorano la Magnifica e Disperata magia del Cinema. Un Cinema, quello dell'Artigiano delle emozioni, che vive, brama e sogna perennemente sul ciglio del precipizio fra la vita e la morte, un Cinema sulla Nuova Poetica del Silenzio, un Cinema ciclico e circolare [la spiaggia/la panchina: panchine come bare di schiavitùe fasciatoi di rinascita folgorante] che come nel Cinema lynchiano [e come nella pittura espressionista di Egon Schiele] infastidiscono sradicando il cuore e celandolo come una foto sotto la sabbia di una spiaggia, annientando le precostituzioni della visione e della morale regolamentata, accoltellando violentemente l'ordine formale con il disordine emotivo, costruendo collimazioni sontuose, diagonali dell'assurdo, rimandi e allineamenti di fragili quanto poetici urli silenziosi della dipendenza dove schegge di vetro accarezzano visi, marciapiedi si tingono di rosso e tutto si confonde con il bluastro tepore del cielo, silenziosità di sguardi senza voce rotti dal rimando concentrico, foto-quadro di un'esistenza da completare e da cui emergere, masochismo dell'ossessione [ancora E. Schiele] rinchiuso in una scatola di vetri da infrangere, da abbattere con la violenza sontuosa dell'amore, nella realtà soggiogata dall'inesprimibile e dal desiderio
imprigionato nella cella invisibile, un contenitore di specchi dove si occulta lo sguardo celato di una dimensione esistenziale tragica e insieme sublime.