Elfo Scuro 7½ / 10 10/02/2025 02:34:52 » Rispondi Idaho Burning, Suprematisti bianchi da rapina. In certe casistiche io debbo mettere subito in chiaro le reminiscenze che una pellicola può darmi direttamente (o indirettamente, per vie traverse) in questo caso sono tre grandi film di tre grandi registi: Mississippi Burning di Alan Parker (del 1988), Talk Radio di Oliver Stone (anch'esso del 1988, basato sul libro "Talked to Death: The Life and Murder of Alan Berg" da Eric Bogosian) e infine BlacKkKlansman (guarda caso trent'anni dopo i primi due, del 2018) di Spike Lee. I film che ho citato poc'anzi formano la base sulla quale la pellicola, può manifestare il suo fascino storico, d'attualità e d'ambientazione tra personaggi e luoghi che può suscitare in me. In questo il regista Justin Kurzel si rivitalizza ai miei occhi applicando la sua raffinata scelta di riprese e fotografia (assieme al fido Adam Arkapaw) di stampo europeo ad una storia thriller/investigativa tipicamente americana (vedasi Alan Parker già citato), non perdendosi neanche in citazioni dirette o meno a "The Deer Hunter" di Michael Cimino o "Sicario" di Villeneuve e Taylor Sheridan. Lo sceneggiatore Zach Baylin, attraverso il soggetto preso dal libro In certe casistiche io debbo mettere subito in chiaro le reminiscenze che una pellicola può darmi direttamente (o indirettamente, per vie traverse) in questo caso sono tre grandi film di tre grandi registi: Mississippi Burning di Alan Parker (del 1988), Talk Radio di Oliver Stone (anch'esso del 1988, basato sul libro "Talked to Death: The Life and Murder of Alan Berg" da Eric Bogosian) e infine BlacKkKlansman (guarda caso trent'anni dopo i primi due, del 2018) di Spike Lee. I film che ho citato poc'anzi formano la base sulla quale la pellicola, può manifestare il suo fascino storico, d'attualità e d'ambientazione tra personaggi e luoghi che può suscitare in me. In questo il regista Justin Kurzel si rivitalizza ai miei occhi applicando la sua raffinata scelta di riprese e fotografia (assieme al fido Adam Arkapaw) di stampo europeo ad una storia thriller/investigativa tipicamente americana (vedasi Alan Parker), non perdendosi neanche in citazioni dirette o meno a "The Deer Hunter" di Michael Cimino". Lo sceneggiatore Zach Baylin, basandosi come soggetto il libro "The Silent Brotherhood" di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, mette in campo temi attuali americani (vedasi in questo caso il già citato Spike Lee) utilizzando fatti storici accaduti per portare un senso alle motivazioni dei personaggi (e qui scatta Oliver Stone). Nel cast brilla un Jude Law totalmente trasformato in Gene Hackman (complimento gigantesco, in cui spazia fisicamente in un po' dei suoi ruoli più famosi) e un Nicholas Hoult totalmente dentro le vesti di un leader separista/nazista americano, non male pure le prove di: Tye Sheridan, Odessa Young, Marc Maron e Jurnee Smollett. Un gran bel film, che mostra un lato americano tutta da concepire nel suo essere totalmente assurdo.