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UN SACCO BELLO regia di Carlo Verdone

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stratoZ     8 / 10  10/02/2025 12:41:18 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Esordio al lungometraggio del Verdone regista, è un film che mi è piaciuto parecchio in virtù del suo spirito fortemente disilluso e malinconico, ereditando molto da quella che fu la grande commedia all'italiana, Verdone propone una serie di personaggi che a modo loro diventano emblematici della condizione che portano, personalmente, è la classica commedia che più che far ridere, mi ha intristito molto, nonostante non si possa dire manchi una certa verve comica, anzi è anche parecchio ispirata nella sua demenzialità, ma in ognuna delle tre storie narrate parallelamente - format che diventerà un classico nei film di Verdone - sembra emergere più un certo sconforto che quasi sovrasta l'ironia di cui è pervaso.

A partire da delle scelte di montaggio abbastanza particolari, in cui i personaggi incontrati per strada diventano protagonisti della storia parallela, Verdone racconta la storia di tre giovani durante la giornata di ferragosto a Roma, da Enzo, bulletto che vuole partire a tutti i costi in Polonia per andare a fare baldoria e rimorchiare, al giovane hippy Ruggero che incontra il padre dopo diverso tempo, a Leo, giovane ingenuo che aiuterà un'attraente turista spagnola in visita a Roma, ognuno di questi personaggi nel loro umorismo mostrano un doppiofondo amaro, che emerge progressivamente con lo svolgimento della trama, alcuni anche introducendo altri personaggi archetipo che Verdone si diverte a rendere caricaturali, come può accadere nella storia di Ruggero, ottimo episodio anche grazie alla presenza del grande Mario Brega, qui in palla nel ruolo del padre rozzo e un po' all'antica che ha un tentativo di dialogo col figlio, cercando di farlo smettere con la vita da hippy e rientrare a fare una vita considerata da lui normale, tirando in mezzo anche la figura del prete e quella dell'arrogante professore, dal dialogo, oltre alla tipica comicità romanesca tra una vociata di Mario Brega e l'altra, emerge una forte incomunicabilità enfatizzata dal distacco generazionale, un'eccessiva distanza tra le visioni dei giovani e quelle di un padre che sembra non riuscire mai ad entrare in empatia con loro, le due parti è come se presentino un muro emotivo invalicabile che rende effimero ogni tentativo di comunicazione.

L'episodio di Enzo, che forse è quello dei tre che mi ha intristito di più, mette in mostra perfettamente la solitudine del personaggio e la sua forte insofferenza nei confronti di essa, fin dalle prime battute in cui con i suoi modi rozzi convince l'amico ad andare a Cracovia a fare baldoria, passando per delle disavventure di un destino avverso, mostrano un personaggio con una spigliata parlantina, in grado di attirare l'attenzione e propenso al dialogo, ma incapace di costruire dei rapporti d'amicizia, tristissima tutta la seconda parte della storia in cui si mette a contattare al telefono gente che conosce a malapena per trovare un compagno con cui andare a festeggiare il ferragosto, fa una tenerezza incredibile quanto non riesca ad accettare la solitudine e quanto provi palesemente a mascherarla, fino ad arrivare ad un finto lieto fine, molto tipico delle commedie all'italiana, in cui però il destino, o meglio, la sfig4, sembra accanirsi contro di lui.

L'episodio di Leo è forse quello più convenzionale, ma anch'esso presenta una buona malinconia di fondo, con la storia di questo ragazzo dai modi goffi che incontra per puro caso questa turista spagnola sperduta per Roma con qualche problemino nel masticare l'italiano, a cui darà una mano posticipando la sua partenza per Ladispoli, luogo dove dovrebbe trascorrere le vacanze, è un episodio basato su un sottile erotismo, ma soprattutto l'illusione e le aspettative che Leo si viene a creare nei confronti della turista, tra le varie sequenze al bioparco o quelle in casa sua, con questa donna catapultata nel bel mezzo della sua vita, che da quanto si evince dal personaggio, è abbastanza monotona e solitaria, che gli crea una certa dipendenza e un senso di speranza, fino all'amaro ritorno alla realtà con un finale molto amaro in cui si rompono tutte le illusioni.

Gran bella commedia ad episodi, ottimo esordio, un'opera emblematica di quello che viene considerato il nuovo corso della commedia all'italiana.