Ormai grande cult del nuovo corso della commedia all'italiana, il secondo film di Verdone da regista è un bel road movie ad episodi, seguendo una struttura simile al precedente "Un sacco bello", narra le vicende di questo manipolo di personaggi impegnati nel rientrare a Roma in vista delle elezioni, Verdone come suo solito interpreta più personaggi, caratterizzandoli in maniera diametralmente opposta, riprende il personaggio di Mimmo, che nel film precedente era Leo, ma praticamente sono uguali, un giovane goffo e imbranato che deve dare un passaggio alla nonna per portarla a votare, tra mille peripezie, il loro episodio è condito da diversi momenti iconici, tra tutte le medicine che la nonna deve prendere e le pause che costringe a fare, tra cui c'è quella ormai famosissima battuta fatta dal camionista interpretato da Mario Brega quando fa la puntura: "sta mano po' esse fero, e po' esse piuma" ai vari contrasti che si vengono a creare tra nonna e nipote, qui la Fabrizi è splendida col suo estro romanaccio, sempre con la risposta al vetriolo pronta e il suo volersi godere la vita, è un episodio che mette una certa malinconia, scandagliando il rapporto tra nonna e nipote, che spesso fa ridere ma mostra un legame di fondo forte emotivamente ma non destinato a durare per ovvie questioni anagrafiche, lasciando l'amaro in bocca sul finale.
Molto carino anche l'episodio di Furio con la moglie e i figli, qui Verdone interpreta questo uomo logorroico e pignolo all'inverosimile che calcola al millesimo ogni singola cosa, buona parte della comicità è basata sul riuscito personaggio di Furio e la sua estrema puntigliosità che metterà a dura prova la sopportazione della moglie, dalle liste fatte per il viaggio ai suoi calcoli sul meteo, i tempi e il chilometraggio per la benzina, mettendo addosso un'ansia incredibile, che si riversa anche sui poveri Antongiulio e Antonluca, arrivando alla comparsa di questo misterioso uomo che ci prova continuamente con la moglie vedendo la situazione e il rapporto col marito, intersecandosi anche con l'episodio di Mimmo in una lunga sequenza con la Vukotic nei panni di una prostituta che prova a rimorchiare Mimmo che darà sfoggio di tutta la sua goffaggine.
L'episodio di Pasquale, di origini lucane ma che vive in Germania, è uno dei più particolari, sicuramente funziona bene a livello comico, essendo uno dei personaggi più assurdi di Verdone, apparentemente muto, non dice mezza parola, va in giro con la maglietta alzata mostrando tutta la pancia, creando un certo effetto esilarante per l'assurdità della situazione, che sfiora il grottesco, essendo sempre fuori luogo, come quando si avvicina ai gruppi di persone che non conosce e si mette a ridere con loro, creando un forte imbarazzo, allo stesso tempo una volta rientrato dalla Germania subirà una serie di furti, truffe e colluttazioni che lo sfiniranno, sembra un po' un modo di Verdone di ironizzare sugli stereotipi italiani, con l'italiano rientrato dall'estero che viene raggirato in ogni modo, arrivando ad uno splendido finale in cui esplode in un monologo incomprensibile.
Buona commedia di Verdone, ormai un grande cult, l'ho trovato un po' meno significativo dell'esordio ma comunque un gran bel film.