caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

PARTHENOPE regia di Paolo Sorrentino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
LOSHERPA     7½ / 10  13/02/2025 14:20:03 » Rispondi
Paolo Sorrentino, in una delle sue opere, ci aveva raccontato che è nato a Napoli agli albori degli anni 70. Ancora una volta ci ricorda che nascere e vivere in questa Città è qualcosa che lascia impronte indelebili nell'esistenza di una persona e di un artista. E' un pugno sullo stomaco che scuote le viscere, è un sussulto che ti rammenta la forza dirompente della vita, nel suo splendore, nel suo dolore. E' una esperienza cosi intensa che merita di essere raccontata, anche attraverso la telecamera. Così, una degna narrazione, non può discernere dall'unicità di questa Città, sospesa tra tragedia e ironia, tra bellezza e decadenza, tra realtà e mito.
Parthenope contiene in se tutti questi presupposti artistici e ce li racconta in una prospettiva femminile. Perchè Napoli è donna, è femmina, come quella figura mitologica legata alla sua fondazione: una sirena. Cosi la pellicola è un'ode alla Città e alla sua essenza enigmatica. Ci ritroviamo lo stile tipico di Sorrentino, ma stavolta ancora più intriso di neorealismo onirico e barocco cinematografico al punto da sembrare, come spesso accade in queste forme, autoreferenziale. La protagonista è una donna molto bella, interpretata da una brava Celeste Dalla Porta, che non conoscevo. La sua storia ci invita a riflettere sulla bellezza effimera della giovinezza, sulle illusioni dell'amore e sull'inevitabilità del destino. E' una di quelle storie che possono essere vissute sulla nostra pelle, evocative, sensoriali. Incentrata su una narrazione molto visiva, fatta di immagini cariche di simbolismo, grazie a una fotografia sfarzosa e inquadrature studiate nei minimi dettagli. E' un film in cui alcune situazioni possono sembrare indecifrabili o insensate, ma credo sia una scelta voluta poichè la vita in se è piena di eventi che sfuggono alla logica e alla razionalità. E' anche per questo che si presenta come un'opera che chiede di essere vissuta più che compresa. La colonna sonora di Cocciante, di una melodia struggente, accompagna alla perfezione le atmosfere e la trama del film.
E' un'opera molto poetica, che può far vibrare i sentimenti, al rimpianto di quella seducente gioventù che porta in se amori, amicizie, scoperte e tormenti.
Tra tutti mi hanno entusiasmato le interpretazioni di Peppe Lanzetta (il Vescovo) e Luisa Ranieri (Greta Cool). Silvio Orlando non si smentisce mai. Brava anche la protagonista Celeste Dalla Porta.