Simpatico film d'animazione estone, con la particolarità di non avere nemmeno un dialogo al suo interno, bensì soltanto versi di animali essendo loro i protagonisti, il film segue le avventure di questo gattino nero selvatico in questa sorta di mondo distopico dove non vi è più nessun essere umano ma soltanto le opere realizzate, tra qualche casa, grandi statue, colonne e cittadine deserte, anche se progressivamente la natura sembra stia riprendendo il suo corso.
Le disavventure del gatto iniziano con questa enorme alluvione che innalza terribilmente il livello delle acque - con buona probabilità questo dettaglio è collegato ad un messaggio ambientalista che il film vuole trasportare - e lo costringerà ad andare su una barchetta assieme ad altri suoi compagni di viaggio che incontrerà pian piano, dal capibara al lemure, da un simpatico labrador a quell'uccello gigante e solitario simile all'ippogrifo, mostrando le varie peripezie a cui va incontro, tra cadute dalla barca, modi di procacciare il cibo e via dicendo e una forzata convivenza con questi altri animali con ognuno le sue fisime.
Il film riesce a tenere per tutta la duranta una forte tensione emotiva, chiaramente per lo spettatore è difficile non affezionarsi al gattino e ai suoi compagni di viaggio, che tutti a loro modo fanno abbastanza tenerezza, a questo proposito la suspense nelle situazioni di particolari difficoltà è dominante, tenendo più volte lo spettatore col cuore in gola e, in una visione più grande, mostrando le varie disavventure che passano per la vita, il flusso a cui fa riferimento il titolo infatti, non è soltanto quello del fiume che trascina i personaggi, vittime di un destino a cui possono solo adattarsi per sopravvivere, quanto si fa metafora della vita e forse dell'esistenza, mostrando questa sorta di ciclicità intrinseca nella natura di vita, bisogni innati e morte.
Molto meno infantile di quanto possa presentarsi, è un buon film d'animazione, molto carino, particolare tecnicamente e capace di comunicare tanto senza dire mezza parola.