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SUL GLOBO D'ARGENTO regia di Andrzej Zulawski

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stratoZ     8 / 10  17/02/2025 12:09:21 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Mastodontica opera incompiuta di Zulawski dai tratti esistenzialisti e antropologici, tramite la fantascienza e con uno stile al limite della sperimentazione l'autore polacco mostra la storia di questo nuovo pianeta, molto simile alla terra, su cui si sviluppano le dinamiche dell'umanità, partendo da una sorta di flashback, causato dalle registrazioni riportate sulla terra da un astronauta finito su quel pianeta dopo un incidente, con un particolarissimo uso della camera, in una sorta di rudimentale mockumentary, mostra, con palesi riferimenti biblici la nascita della civiltà su questo pianeta apparentemente disabitato, con gli astronauti, in una prima parte, costretti dall'incidente a restare sul pianeta, in cui si rendono conto, vi è questa particolarità dove il bambino che nascerà si svilupperà molto più velocemente che sulla terra, da qui vi è una progressiva evoluzione della vita sul pianeta, passando rapidamente alle tribù e introducendo una sorta di religione, col solito messia a cui sembra affidato il destino del mondo, il film sembra voler mostrare come le vicende e gli errori dell'uomo siano inevitabili, una sorta di parabola esistenzialista in cui la natura umana si ripete, cambiano le variabili ma non cambia il risultato, il concetto di società che viene creato da zero sembra ricalcare i vizi e le virtù di quella sulla terra, come se ci fosse questo sottile filo che collega l'uomo al dogma, la religione che diventa la spiegazione all'inspiegabilità degli eventi, le domande e i quesiti sembrano non cambiare, non esiste un punto di completezza dell'essere umano, la felicità stessa sembra irraggiungibile per natura.

Nella seconda parte viene ancora di più approfondito il concetto, mostrando l'umanità in attesa di questa sorta di messia, che in questo caso a loro sembra venuto dal cielo, che dovrà liberarli dagli Shern, una sorta di mostri alati, ma esattamente come il vecchio messia, presto la popolazione, sacerdoti compresi, cambieranno opinione su di lui, facendogli fare una fine che tutti conosciamo, ritrascinando l'umanità nel vorticoso destino da cui sembra non avere scampo.

Registicamente straordinario, Zulawski è ispiratissimo con la macchina da presa, quasi sempre con la camera a mano a simulare le riprese degli astronauti sul pianeta, con questa color blu petrolio e delle atmosfere da sabba, oscure e lisergiche, con queste tribù e i loro riti che si ripetono, sfoderando spesso e volentieri lunghi monologhi con i grandi quesiti dell'umanità ricorrenti che vengono proposti sotto un punto di vista quasi grottesco, è un film dall'immenso valore, una visione complessa con le parti mancanti sostituite dal voice over del regista e sequenze girate nella società contemporanea, si dilunga tanto sulle tematiche ma l'impatto complessivo è molto forte, gran film.