"A prairie home companion" è l'ultimo film di Robert Altman, e come tale diventa una grande metafora della fine di quello show che è stata la sua filmografia, il regista mette in scena questa lunga e sentita ultima fatica narrando l'ultimo episodio di questa stazione radio storica che per diversi motivi non rinnoverà il suo programma, è un film colmo di nostalgia, che sembra attraversare più epoche in due ore scarse, Altman tira nel mezzo alcuni dei grandi temi e generi che ha utilizzato nei suoi film più celebri, c'è la musica country, come si vede nei due personaggi interpretati da Harrellson e Reilly, c'è la componente noir, come si vede nell'introduzione e nella chiusura con la figura del detective, poi diventato guardia dello spettacolo, che funge anche da narratore esterno e informa lo spettatore degli eventi, c'è qualche rimando al western tra abbigliamenti e musica, insomma viene mostrata una buona fetta della cultura americana del novecento, di cui l'autore nel bene e nel male è stato uno dei grandi portavoce, il tutto narrato in uno stile simil corale, come molte opere che lo hanno reso celebre, intrecciando le storie dei personaggi, andando dietro le quinte con una camera spesso mobile, che va a spiare i dialoghi e i rapporti degli stessi, ma anche indugiando sulle performance, non è raro vedere canzoni eseguite per intero, mostrando una certa vitalità intrinseca nelle sottotrame, al riguardo diventa emblematica la morte di Chuck, uno della vecchia guardia della trasmissione e il non voler menzionarne la morte in onda, prima di dare un ultimo saluto agli spettatori, lo spettacolo deve andare avanti, anche se uno dei volti storici ci ha lasciato.
Altman gioca con una narrazione in cui prevale l'elemento surreale, come la figura dell'angelo, una sorta di giustiziere nei confronti del produttore spietato che vuole far chiudere tutta la baracca per i suoi profitti, rimarcando il concetto di un mondo che avanza sempre più velocemente e non lascia spazio alla vecchia trasmissione ormai sul viale del tramonto - iperbolizzando parecchio, è una tematica che ha trattato spesso e sotto tanti punti di vista -, ma nell'amarezza di fondo il regista lascia quello spiraglio, dieci anni dopo, alla reunion, dal sapore nostalgico, guardando indietro con tenerezza ai bei tempi che sono stati, è un piccolo confort movie, specialmente per chi è affezionato alle tematiche del regista, che dice così addio al suo pubblico, con un abbraccio dolceamaro che è la summa emotiva della sua carriera.