Altman proveniva da un decennio semplicemente straordinario, quello dei 70's in cui aveva sfornato una serie di pellicole una più bella dell'altra raggiungendo picchi qualitativi incredibili, questo "Popeye", all'alba di quello che sarà il decennio deludente della sua carriera, è un'operazione inusuale per il grande regista americano, palesemente su commissione porta in scena questa trasposizione del celebre marinaio con due interpreti d'eccezione, la fedele Shelley Duvall, all'ennesima collaborazione con Altman, nel ruolo di Olivia in cui, diciamocelo, sta benissimo, e un giovane Robin Williams, ancora non incensato come lo sarà dalla seconda metà degli anni 80's ad oggi.
La pellicola mostra uno stile estremamente cartoonesco, ereditando i tratti dei fumetti e dei cartoni dedicati al personaggio, tra la fiabesca location della cittadina di Sweethaven con tutte le sue casette caratteristiche e le sequenze in mare caratterizzate da una splendida acqua cristallina, il film procede tra una comicità abbastanza infantile e sequenze di stampo action orientate verso il demenziale, con qualche inserto che può ricordare la commedia slapstick, tra colpi in testa, pugni di qua e di là, oggetti che volano e via dicendo, oltre all'immancabile sottotrama rosa che si sviluppa secondo l'archetipo dei due che inizialmente non si sopportano, con Olivia inizialmente promessa sposa di Bruto, immancabile villain di Popeye, ma che col passare del tempo scopriranno una simpatia reciproca e pure una parte musicale abbastanza preponderante con canzoncine dimenticabilissime.
Non mi ha fatto impazzire, sebbene non si possa dire stilisticamente pecchi, ma è proprio il soggetto ad essere poco intrigante a mio parere e questo lo rende ovviamente tra i film meno personali e interessanti di Altman.