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... E GIUSTIZIA PER TUTTI regia di Norman Jewison

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stratoZ     7 / 10  28/02/2025 12:19:21 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Buon legal movie di Jewison che propone uno stile abbastanza inusuale per il genere, spesso narrato come serioso e un po' solenne, qui invece vi è una descrizione particolarmente ironica, ai limiti del parodismo con alcune vette di grottesco che emergono assieme all'alienazione e allo stress dei personaggi, il film mostra in maniera edulcorata le falle e i paradossi del sistema giudiziario, qualcosa che sulla base dovrebbe tutelare gli innocenti ma che si perde in un mare di burocrazia e cavilli, prendendo di mira anche le figure cardine di tutto ciò come possono essere i giudici, più attaccati a regolette precise che all'umanità e al buonsenso, come si può vedere con la questione di McCullagh, portato in galera nonostante la prova schiacciante della sua innocenza semplicemente per un ritardo nel presentare le prove, dall'altro lato troviamo Arthur Kirkland, interpretato dal solito grande Al Pacino, avvocato appassionatissimo ed estremamente dedito al suo lavoro e ad un senso di giustizia, tanto da non accettare casi in cui la persona è colpevole, questa sua attitudine crea un sacco di attriti col giudice Fleming.

Dopo una buona contestualizzazione iniziale, che mostra tutta la spietatezza di Fleming e il suo continuo perseguire una giustizia punitiva, facendolo odiare da buona parte degli avvocati, il giudice verrà accusato di stupro da una giovane donna, rischiando di finire in galera ingaggerà lo stesso Kirkland per una questione politica data la grande fama dell'avvocato nel trattare solo persone innocenti, tenendolo anche sotto ricatto per una possibile radiazione dall'albo per l'ennesimo cavillo non rispettato, a questo punto il film pone diversi dilemmi, specialmente dal punto di vista di Kirkland che si ritrova a difendere un uomo da lui odiato e dalla forte meschinità, dovendo scegliere tra la professionalità e un impulso di pancia che si fa sempre più forte date le vicissitudini passate e i continui ricatti ed umiliazioni che è stato costretto a subire da una figura del genere.

Il film si evolve mischiando anche le carte più volte, il finale risulta essere particolarmente spettacolarizzato e vuole prendere di pancia lo spettatore, ma si sposa bene con la natura polemica del film, oltre al fatto che vedere Al Pacino nella sua arringa è sempre uno spettacolo - quando Al Pacino da di matto è imperdibile dai, in ogni film -

Nel complesso è un interessante ritratto, seppur un po' demagogico, dell'istituzione giudiziaria americana, colmo di un'invadente ironia che però lascia spesso spazio al dramma, con le dovute conseguenze psicologiche - guardare il collega di Kirkland che impazzisce, ma anche l'altro giudice con le sue manie suicide -