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JIMMY DEAN, JIMMY DEAN regia di Robert Altman

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stratoZ     7½ / 10  08/03/2025 12:30:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bel film di Altman, in un decennio tutt'altro che memorabile per lui, soprattutto se confrontato al precedente e al successivo, in ogni caso quest'opera si colloca tra quelli meglio riusciti per l'autore negli anni ottanta e non sfigura minimamente nella sua filmografia, anzi, è un buon film che approfondisce la caduta del mito, già trattata dall'autore e riprende sotto la lente d'ingrandimento il microcosmo femminile, ambientato per l'intera durante all'interno di questo negozio, il "5 and dime", luogo in cui stanno festeggiando il ventesimo anniversario della fondazione di questo fan club di James Dean, tra l'altro vicino un luogo di culto in cui furono girate diverse scene di "Giant", uno dei film più famosi dell'attore.

Altman mostra la progressiva caduta del mito e col passare del minutaggio pure una solenne distruzione di quella nostalgia che pervade l'ambiente che vede costantemente il passato come un rifugio paradisiaco, in contrapposizione a quello ormai è un grigio presente, in realtà, l'arrivo di questa enigmatica donna, che presto si rivelerà essere il garzone di bottega che lavorava nel posto durante quegli anni considerati d'oro, che ora ha cambiato sesso, smonterà il bel ricordo dei tempi passati, portando le protagoniste superstiti sulla strada di un'amara verità, ma anche verso l'accettazione di essa, è allo stesso tempo uno scontro tra la pragmaticità e l'illusione, lo stesso mito tramandato per via orale e senza un reale riscontro viene abbattuto dai fatti riportati da Joanne, andando a scalfire anche il ricordo di chi è venuto a mancare di cui si parla inevitabilmente bene, come il marito della proprietaria, ricordato come un grande uomo, ma sul quale verranno svelate scomode verità come la sua estrema dedizione all'alcool e la tendenza ad essere omofobo e violento, o ancora l'altra amara verità riguardante Jimmy Dean, quello che fino a quel momento è stato considerato il figlio di James Dean, che ha avuto una delle donne appartenenti al fan club, in un presunto rapporto di una notte mentre vi erano le riprese di "Giant" che in realtà si rivelerà essere una bufala, e a proposito di questi episodi, la narrazione mostra quanta leva fanno i personaggi su questi elementi, dei veri e propri capisaldi della loro vita, fermi in un passato ingombrante, che sembrano l'unico elemento di soddisfazione, la distruzione di essi sembra lasciarle in un nulla desolante, come toglierle totalmente l'identità.

Il film alterna continuamente passato e presente, facendo avanti e indietro di vent'anni, con transizioni lievemente percepibili e la camera di Altman che si muove leggiadra con movimenti stabilizzati all'interno di questo negozio da cui non si esce mai per tutta la durata del film, un'ambientazione un po' vetusta, che diventa specchio della condizione delle protagoniste, del loro essere ancorate al passato, al mito di un attore morto da vent'anni, in un luogo ormai abbandonato che non può che ricordare i fasti che furono, è un film pregno di desolazione, emotivamente molto invadente, che crea la nostalgia e allo stesso tempo se ne fa amaramente beffa, con grandi interpretazioni di un cast tutto al femminile, tra Cher, Sandy Denny, Karen Black, Kathy Bates.

Niente male.