Buon film di Tim Fehlbaum, che narra della strage di Monaco di Baviera nel 1972 durante le olimpiadi, in cui cui la squadra olimpica israeliana fu presa sotto sequestro e poi uccisa da dei terroristi palestinesi, mostrando gli eventi dal punto di vista di una troupe televisiva, quella dell'ABC, che si trovava sul posto per le riprese degli eventi sportivi, è un film che si sviluppa principalmente su due fattori, il primo è quello del contesto della Germania degli anni settanta, ancora divisa dal muro di Berlino e in un periodo in cui stava cercando di ripulire la propria immagine dai terribili eventi di cui sappiamo tutti, organizzando così manifestazioni di portata mondiale come furono appunto le olimpiadi del 72' e i mondiali di calcio del 74', in questo contesto anche le forze dell'ordine per una questione di immagine sono state costrette ad agire con una certa limitatezza, che paradossalmente ha portato ad una particolare facilità nell'attuare la strage da parte dei terroristi.
Allo stesso tempo il film propone svariate riflessioni sul mezzo televisivo e sull'informazione, partendo dal presupposto dell'assoluta impreparazione da parte della troupe, che non aveva mai trattato argomenti simili ma si limitava a trasmissioni sportive, l'avvenimento a ciel sereno, anche sottovalutato dalla troupe che aveva udito gli spari in lontananza ma non gli aveva dato particolarmente conto, diventa un'occasione ghiotta per creare una diretta unica, specialmente per il periodo, narrando dalle postazioni dedicate allo sport i tragici atti terroristici, una delle chiavi di lettura principali sta nel dilemma posto dai produttori della troupe stessa che dibattono sul mostrare effettivamente quelle immagini in diretta mondiale, immagini potenzialmente di omicidi e massacri che potrebbero essere visti dai parenti delle vittime, a questo punto è lecito porsi la domanda, riportare l'informazione nuda e cruda o applicare un filtro ad essa per rispetto delle persone coinvolte? Rimanendo anche tutto in bilico considerando che non si sa come potrebbero procedere gli eventi.
Ma il film mostra anche l'influenza del mezzo stesso, con l'episodio in cui i terroristi stessi guardano l'azione della polizia che prova a scovarli all'interno degli appartamenti del villaggio olimpico, eludendo il loro lavoro grazie proprio alle riprese televisiva che gli narrano in anticipo l'accaduto, arrivando poi ad un finale in cui vi è una fuga di notizie mai verificate da più fonti, che mostrano come l'informazione unilaterale possa trarre in inganno non soltanto gli spettatori ma i produttori stessi alla ricerca dello scoop sempre più facile e dell'esclusività, portando la solita gara tra testate a chi dà la notizia prima .
Con una bella ricostruzione del periodo, è un film pieno di tensione, sia per il destino delle vite umane coinvolte che, mettendosi nei panni della troupe televisiva, per cogliere l'occasione ghiotta di narrare il più fedelmente possibile gli eventi, con una regia tendenzialmente grezza in cui vi è un uso preponderante della camera a mano e un montaggio frenetico, ambientando quasi tutto all'interno della sala regia e delle salette adiacenti, andando ogni tanto a prendere la soggettiva delle camere coinvolte nell'azione.