Buon dramma di Negulesco, a partire dalla splendida ambientazione del paesino marittimo vicino la Nuova Scozia, praticamente un villaggio di pescatori, in un contesto molto provinciale in cui operano i personaggi, da Belinda, giovane donna sordomuta a seguito di un incidente quando era ancora molto piccola che fa soltanto lavori manuali per il padre e viene considerata incapace di una comunicazione vera e propria, fin dalle prime battute viene mostrata una certa rassegnazione nei confronti della condizione di Belinda, con il padre che non ha mai provato a darle una formazione scolastica e seppur dimostri un discreto attaccamento emotivo alla figlia, la tratta alla stregua di un animale da soma, limitandosi ad ordini semplici su un quadernetto. Le cose cambieranno con l'arrivo in città di Robert, un giovane medico che si innamora di Belinda, intraprendendo un percorso che la porterà a riuscire a comunicare col mondo esterno, col linguaggio dei segni, di apparentemente il resto della popolazione non era a conoscenza e col quale Belida riesce a mostrare una spiccata intelligenza, questa nuova possibilità farà sbocciare la protagonista come un fiore e la valorizzerà nella scoperta di se stessa, donandole una nuova sicurezza che causerà un certa curiosità del resto della popolazione, arrivando al momento cardine del rapporto non consensuale del promesso sposo di un'altra donna, morbosamente attratto da Belinda anche perché convinto non possa denunciarlo perché incapace di parlare, un momento molto forte emotivamente - seppur, la scena è appena accennata, per una questione di censura - che porterà con sé svariate conseguenze spiacevoli.
Il film nel suo incedere mostra svariate tematiche, dalla critica alla chiusura mentale tipica della provincia, enunciata dal rapporto dei personaggi con Belinda, al risentimento provato nei confronti della stessa per aver causato la morte della madre durante il parto, il medico con i suoi gesti gentili e la sua apertura mentale sarà la chiave per la risoluzione di questi conflitti, arrivando ad un finale tipico di queste produzioni classiche dove la giustizia riesce finalmente a trionfare, ma senza essere eccessivamente forzato o retorico. Grandiosa la prova attoriale di Jane Wyman nel ruolo di Belinda, con una splendida espressività che riesce a comunicare tantissimo senza dire una parola.