Curioso vedere la concezione del naufragio del Titanic in tempi non sospetti come quando fu girato questo film, che avendo a disposizione meno informazioni, per via del fatto che non era stato ancora esplorato il relitto, porta alcune differenze sostanziali dalla celebre versione di Cameron - ad esempio il fatto che la nave si spezzò in due era un fattore al tempo sconosciuto -
Negulesco realizza un discreto dramma sulla crisi matrimoniale di questa coppia altoborghese, in un momento in cui la donna decide di partire per l'America e portare i figli con sé, è un film particolarmente sentito sotto il punto di vista delle relazioni, cercando, per buona parte, di scavare a fondo a questo rapporto fatto di incomprensioni, ripicche e incomunicabilità, con diversi confronti verbali anche molto accesi, lontane dai toni garbati che il contesto vorrebbe spesso mostrare, e di fatto portando in scena la solita critica antiborghese fatta di ipocrisia e apparenza, certo è che l'inevitabile destino a cui andranno incontro i personaggi sarà il pretesto per un chiarimento in extremis quando la situazione sembra precipitare, a proposito di questo il film nell'ultima parte prende degli evidenti toni romanzati in cui i valori affettivi riemergono prepotentemente nel bel mezzo del panico per l'affondamento, riuscendo a chiarire il rapporto tra la coppia ma anche quello genitore figlio, dando un forte sentore poetico, tra la banda che suona e le eroiche scelte dell'equipaggio.
Notevole la perizia tecnica, tra modellini, sfondi animati e ricostruzioni scenografiche, validissime per il tempo ed estremamente credibili, giocando anche con l'inclinazione della camera nei momenti in cui l'acqua viene imbarcata e la tensione riguardante il destino dei superstiti.