Elfo Scuro 7½ / 10 05/04/2025 13:14:49 » Rispondi Pasolini adatta nella sua chiave poetica l'opera di Euripide (e in parte il mito di Giasone e gli Argonauti), in modo molto particolare attraverso uno stile pulito tra regia e montaggio ma che prende tutta la sua evocatività dagli scenari, costumi e dall'atavica colonna sonora. Nonostante la narrazione non abbia particolari picchi, se non nell'ultima mezz'ora per l'epilogo tragico, il connubio tra natura antica e moderno viene mostrato più volte di conseguenza anche il contrasto tra i due, cosa che viene più volte evidenziata nei dialoghi del centauro Chirone (a lui la maggior parte dei dialoghi). La Callas nelle vesti della maga barbara della Colchide conosciuta come Medea è una scelta azzeccata, probabilmente la miglior intepretazione all'interno del film cadenzata dalla bellezza quanto dalle flessioni di voce (sia la stessa Callas in originale, ma anche dalla Savagnone voluta da Pasolini stesso come voce). Davvero una bella e ricercata trasposizione (quasi dalle parti di Herzog come stilistica, anche se Pasolini è tutto un suo mondo) in cui mistico, atavico, magia e civilizzazione si mischiano e contrastano continuamente tra loro.