Buonissimo film dell'ottimo Goulding, intriso di critica sociale, dai tratti cupi e in certi momenti anche mistici, che sotto certi punti di vista può ricordare "Freaks", per l'ambientazione, ma anche diversi film con Lon Chaney, per la tematica dell'uomo che cade in disgrazia ed è costretto ad umiliarsi pur di andare avanti.
"Nightmare alley" racconta la storia di Stan, uomo che lavora in una fiera e col tempo impara i trucchetti del mestiere per riuscire a fregare le persone, illudendole con la magia ed altri trucchi poco etici, che entrano nella loro vita privata, in maniera anche abbastanza meschina, tra codici per comunicare con la donna veggente, sua partner, che lo aiuteranno a far credere le sue abilità speciali ad un pubblico che cerca una soluzione facile a problemi complessi, nella seconda parte specialmente, con la sua collaborazione con la psicologa, la vicenda prende risvolti se vogliamo ancora più drammatici, con quest'ultima che in cambio di denaro rivela i segreti dei propri pazienti che poi Stan utilizzerà per illuderli con i suoi presunti poteri, è questa fase che mostra tutta la debolezza dell'essere umano nei confronti di questi sedicenti maghi che promettono di risolvere velocemente i loro grandi problemi, e le efficaci tecniche comunicative, studiate a tavolino, per reggere bene il gioco, il film denuncia una certa arretratezza della popolazione, non facendo distinzione tra ricchi e poveri, ignoranti o istruiti, dato che il protagonista opererà in entrambi i contesti, capace di credere ad enormi balle riguardanti la magia, le visioni, il contatto con le persone defunte, pur di trovare un po' di conforto, mostrando dall'altro lato tutta la meschinità del protagonista nel lucrare con la disperazione del prossimo.
La parte finale ribalta la concezione, facendo diventare il carnefice la vittima, con la psicologa che ha una funzione da contrappasso, fregandolo allo stesso modo in cui lui ha fregato molte persone, e inducendolo in una forte disperazione e senso di colpa che sfocerà nella dipendenza da alcool e nel finire per diventare uno dei poverini che ha sempre criticato, a livello strutturale può ricordare quei film di ascesa e caduta - modello tipicamente gangster per esempio - in cui nella prima parte il protagonista prova un certa pena per questi freak e nella seconda sarà costretto a ridursi così per via delle vicissitudini della vita.
Molto impattante a livello drammatico, Tyrone Power è grandioso nella sua interpretazione, capace di variare più registri e mostrando diversi lati della sua personalità, arrivista, meschina, ma anche pietosa, visivamente molto valido con delle belle ambientazioni cupe e morbose, con diverse scene di gran livello - la finta comparsa del fantasma nel giardino è di una suggestività incredibile -