Buonissima commedia di Delbert Mann, che ho preferito anche al più blasonato "Marty", in realtà è un film ben oltre la commedia, che sfocia spesso e volentieri in un dramma di stampo corale riguardante gli inquilini di questa pensione inglese, con al servizio un grande cast, da uno strambo e malinconico David Niven, ad un'affascinante e decadente Rita Hayworth, fino ad un tormentato e nevrotico Burt Lancaster.
Tratto da un'opera teatrale narra le vicissitudini dei vari personaggi, sviluppando molto bene il background vissuto di molti di essi, tramite una narrazione che si sviluppa attorno a due eventi principali, uno di questi è il ritorno della ex moglie del personaggio di Burt Lancaster, modella di abbagliante bellezza - ovviamente è lei il personaggio di Rita Hayworth - ormai sul viale del tramonto, che torna per dare una mano all'ex marito da cui ha divorziato bruscamente, con lui che ora ha una relazione con la proprietaria della pensione ma non riesce a dimenticarla, è una parte in cui si sviluppa una forte tensione drammatica, data specialmente dal personaggio della Hayworth che simboleggia un passato che ancora tormenta il protagonista e che non riesce a lasciare andare, si vede come in realtà dopo un'iniziale freddezza la donna riesce a illudere nuovamente lo scrittore, facendogli quasi dimenticare la sua relazione con la nuova compagna, ma allo stesso tempo mostra la sofferenza della donna al passare del tempo, le prime rughe che intaccano la sua bellezza, elemento a cui ha sempre tenuto enormemente, al punto da rinunciare ai rapporti col marito per preservarla il più possibile, facendola cadere in una sorta di crisi esistenziale nella quale troverà conforto confidandosi con la proprietaria della pensione, persona apparentemente acida che però mostra un doppio fondo di dolcezza e comprensione.
Parallelamente si sviluppa la trama riguardante il maggiore interpretato da Niven, uomo ormai attempato che millanta continuamente le sue imprese belliche sul fronte che presto si scoprirà essere un bugiardo che gonfia enormemente le sue gesta, oltre ad essere stato accusato di molestie, ma che verrà scagionato dal giudice, questo elemento però darà vita ad alcune delle scene cardine del film, col personaggio di una delle inquiline, vecchia estremamente pudica e moralista che induce una riunione per cercare di ottenere l'allontanamento del maggiore, il quale allo stesso tempo ha attirato le simpatia della figlia, mostrando la tipica ipocrisia borghese fatta di principi fittizi e un po' di frustrazione, ma allo stesso tempo, la narrazione riesce a mostrare tramite questi avvenimenti, la messa a nudo della personalità del personaggio del maggiore, che ammette tutte le sue debolezze e demolisce i racconti dietro i quali si nascondeva per mostrarsi un uomo di successo, aprendosi finalmente e prendendo fiducia nella giovane.
Colmo di bei dialoghi e intepretazioni molto degne di nota - addirittura Niven e Wendy Hiller vinceranno l'oscar - è una gran bella commedia con evidenti contaminazioni drammatiche, spaziando da tematiche sociali a psicodrammi interiori che divorano i protagonisti, molto valido.