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QUEER regia di Luca Guadagnino

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     5 / 10  19/04/2025 18:52:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ambizione mostruosa, in senso positivo, la fatica immane. Avrebbe potuto chiamarsi connessione, quella che cerca William Lee negli anni Cinquanta, che sia nel sesso, sulle pieghe dei muscoli di un corpo, nell'eroina o nella ricerca della telepatia. Queer è un film tecnicamente eccellente (non sarebbe Guadagnino altrimenti) ma terribilmente difficile, curiosamente disperato, come lo era William quando lo scrisse. Guadagnino sceglie di ricostruire un tentativo di connessione universale, che fa tremare i corpi, cercare nella giungla l'ayahuasca, cercando di "vivere" il più possibile. In questo senso il film è concettualmente centrato, estremamente burroughsiano anche se non trova mai il bandolo della matassa e nemmeno la divisione in capitoli che cercano di separare i filoni narrativi salva la totale mancanza di empatia che potrebbe aiutare lo spettatore. Laddove Cronenberg avrebbe cercato la carne Guadagnino cerca la totale disincarnazione del personaggio anche dove i corpi cercano di fondersi negli esperimenti con la yage. Un esperimento non riuscitissimo eppure estremamente coraggioso.