Vero che ormai i Dardenne praticamente hanno trovato la quadra e i loro film si somigliano tutti, in ogni caso hanno uno stile così efficace da riuscire comunque a dare un respiro toccante e intrigante a vicende che hanno già ampiamente trattato, "Tori e Lokita" è un altro film riguardante l'immigrazione e la nuova vita di questi ragazzi in un posto in cui non si sono ancora integrati - argomento trattato anche in film come "Il matrimonio di Lorna" e "L'età giovane", seppur in maniera differente - mostrando la dicotomia tra un mondo esterno ostile in cui sembra impossibile integrarsi e l'affetto reciproco di questi due ragazzini che si considerano fratello e sorella, due anime sole che hanno trovato conforto l'un l'altra e faticano ad andare avanti in un mondo così duro e spietato.
Le loro giornate sono una lotta in una realtà anaffettiva e particolarmente cruda, mostrando come i due ragazzini lavorano come corrieri della droga per questo ristorante, con Lokita costretta a subire le molestie del titolare pur di avere un po' di denaro per tirare avanti e dare qualcosa alla sua famiglia in Africa, tirando in mezzo anche le difficoltà burocratiche che porteranno Lokita al restare senza documenti e finire a lavorare nel bunker dove producono cannabis per restare nascosta, con l'inevitabile separazione da Tori, arrivando ad un finale particolarmente struggente che si abbatte sullo spettatore senza pietà.
Stilisticamente scarno ed essenziale, un ennesimo colpo messo a segno dai Dardenne che però sicuramente non si colloca nell'olimpo dei loro lavori, intriso di realismo e minimale, è discreto dramma sociale, attualissimo e toccante.