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LA SFIDA regia di Francesco Rosi

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stratoZ     6½ / 10  26/04/2025 21:03:44 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Discreto esordio di Rosi che prende spunto da una storia vera per realizzare un film che si ispira alla corrente neorealista ambientandolo nella sua Campania, descrivendo molto bene il contesto del tempo, in cui tira in ballo quella voglia di emergere tipica del pre boom economico e le difficoltà dettate dalla presenza di associazioni di stampo mafioso sul territorio, creando un po' quella sensazione soffocante tipica di queste opere in cui la figura del gangster con le mani in pasta a tutto e con innumerevoli agganci diventa sempre più ingombrante, ma come accadrà anche in futuro, la visione di Rosi tende sempre ad essere meno divisiva possibile, non schierandosi nettamente da una parte o dall'altra quanto cercando di analizzare il problema, contestualizzarlo e proporlo da un punto di vista il più realistico possibile, è così che questo giovane contrabbandiere, per via del tutto casuale, passerà dal traffico di sigarette a quello delle verdure, vedendo una certa richiesta, ma nella sua strada incontrerà Don Salvatore Aiello, con cui dovrà intraprendere una convivenza forzata nel business, in una storia fatta di alti e bassi fra i due, tra momenti in cui l'autorità del boss si fa ingombrante e costringe il protagonista a stare alle sue condizioni, a momenti di ribellione dal tragico esito, ma una delle forze del film è mostrare bene la rete del boss che come una tela di ragno sembra aver catturato tutti quelli coinvolti, non solo i collaboratori diretti, come gli scagnozzi o altri membri della famiglia, ma gli stessi agricoltori sono riluttanti nel vendere un prodotto al protagonista senza il benestare del boss.

Il film segue un po' la classica struttura di ascesa e caduta, da un punto di vista inusuale, mostrando come con l'uniformarsi al contesto il protagonista non abbia alcun problema e riesca anche ad avere un ottimo successo economico, ma appena esce fuori dai ranghi l'organizzazione si abbatte su di lui inevitabilmente, lasciando un forte retrogusto amaro.

Discreto esordio, non tra le opere più memorabili di Rosi ma è un piccolo passo per arrivarci, in cui già propone una visione chiara e tendenzialmente super partes, iniziando ad affinare il suo stile di stampo realista.