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LEE MILLER regia di Ellen Kuras

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Febrisio     8 / 10  28/04/2025 12:59:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un biopic ben fatto e ben curato, che riesce nell'intento di raccontare la Storia di quelle foto, perchè un'immagine senza una storia da raccontare è solo una foto. Segue gli anni di trasformazione di Elizabeth Miller, partendo da un periodo prebellico, ex modella e presentata come affrontasse la vita con passione, fino a coprire alcuni momenti salienti durante la Seconda Guerra Mondiale.
È un percorso molto sintetizzato, ma ben calibrato che usa come filo conduttore questa desiderio di verità, ma anche la sola curiosità della Miller. Personaggio che viene mostrato tutt'altro che infallibile, dagli scatti d'ira e decisione sopra le righe, alla Lee Miller, si fa apprezzare per il suo coraggio e determinazione. A tratti paladina della giustizia, capace di opporsi agli uomini che, in assenza di una società vigile, potrebbero approfittarsi. Sta di fatto che la Kuras non cade nella trappola femminista di ridurre l'uomo a una pedina da usare o redimere. Al contrario, emerge anche la sua passione per la vita, per il sesso e per la libertà di comunicazione, senza ipocrisie o vendette.
È sorprendente scoprire come spettatore cosa una persona raggiungere e a realizzare. La regista Ellen Kuras riesce, in alcuni momenti davvero drammatici, a trasmettere con forza la crudeltà e l'insensatezza della guerra. Ho particolarmente apprezzato come venga reso il senso di incertezza assoluta che si viveva durante il conflitto: quel non sapere cosa avrebbe potuto accadere il giorno dopo, il ritrovarsi improvvisamente da una vita normale a dover fuggire o nascondersi e le sue conseguenze, oppure dall'essere inconsapevoli a scoprire l'orrore dei treni per la prima volta. Per la prima volta di persona, lì, o Lee. Inoltre anche la scena dell'appartamento, e in seguito la foto della vasca, è di per sè, come la foto, un quadro surrealista. La gestione di questi attimi fa di questo film una pellicola da guardare e lasciarsi travolgere delle sensazioni, anche spiacevoli, ma che raccontano qualcosa di accaduto e umano.