Gran film dei Dardenne che utilizza il pretesto di un delitto per andare a fare un'analisi sociologica del contesto, partendo da un incipit da vero e proprio film giallo per andare a scavare nei bassifondi della città, introducendo il personaggio di Jenny, dottoressa che lavora in un ambulatorio, che una sera sente suonare oltre l'orario delle visite ed ordina al suo tirocinante di non aprire, pensando che se fosse stata un'emergenza avrebbero insistito nel suonare, il giorno dopo si verrà a scoprire che la ragazza che aveva suonato al suo ambulatorio è tragicamente morta, ed è stata rinvenuta senza documenti, da qui iniziano le indagini di Jenny, in parallelo con quelle della polizia, spinta da un forte senso di colpa per aver provocato indirettamente la morte della ragazza.
Il film nel suo sviluppo scende nel dettaglio di quella che è una realtà omertosa, la dottoressa, che è tra i personaggi più positivi del film, andrà ad indagare e si appenderà ai più svariati indizi, questo le aprirà la strada per venire a contatto con una popolazione egoista in cui nessuno sembra voler dare una mano alla risoluzione del caso, anche soltanto per dare un nome al cadavere ritrovato e poter informare la famiglia, perché in qualche modo potrebbe essere ricollegato ai suoi traffici, lo vediamo nel caso del proprietario del garage abusivo, direttamente collegato con la vicenda, che caccia via furiosamente la dottoressa quando espone la vicenda, preferendo restare fuori per paura che i poliziotti scoprano il garage, o ancora, con i papponi che intimano alla dottoressa di smetterla con le ricerche, seppur non direttamente colpevoli, per cercare di non creare un polverone attorno alla loro organizzazione, arrivando alla stessa sorella della vittima che ha paura di parlare per le costanti minacce a cui è esposta, fino alla famiglia direttamente coinvolta che mostra una forte amoralità di fondo e una negligenza nei confronti della vita altrui da raggelare.
Il quadro che ne viene fuori dalla vicenda è apparentemente senza speranza, tra i film più pessimisti dei Dardenne, in cui però vi è questa componente psicologica che ogni tanto emerge, data dai malesseri psicosomatici delle persone direttamente coinvolte, dal bambino che fa continuamente indigestione, al padre e i suoi problemi di salute, sembrano esserci questi sensi di colpa e tensione che divorano i personaggi costringendoli a confessare per stare meglio.
Buon giallo che rinuncia alla tensione e si concentra sul contesto di una Liegi degradata in cui l'umanità sembra essere andata perduta, col solito stile scarno dei Dardenne che seguono con la camera ravvicinata la protagonista nelle sue avventure investigative dai risvolti drammatici.