Tutto sommato sufficiente intrattenimento, "Villains" è un film che ribalta i ruoli del tipico home invasion, rispettandone alcuni archetipi, dalla casa isolata in questa sorta di bosco o comunque zona di campagna, ai segreti che nasconde il seminterrato, qui due criminali principianti finiranno casualmente dopo aver rapinato una pompa di benzina, proprio perché hanno finito la benzina, questo l'incipit ironico della pellicola che continua su questo stile per il resto dell'opera, andando a rifornirsi di viveri e qualche quattrino in questa casa poco più avanti a dove si è fermata la loro macchina, ma da qui vi sarà la strana scoperta di una bambina tenuta incatenata al seminterrato, al ritorno dei proprietari, dopo un'iniziale situazione di vantaggio degli intrusi, grazie alla pistola, i ruoli si ribalteranno, finendo nelle mani sadiche di questa coppia totalmente fuori di testa che nasconde diversi traumi.
La sceneggiatura non sempre è brillante, spesso anzi vive un po' troppo di luce riflessa, molte situazioni sembrano estremamente riviste, i vari tentativi della coppia di liberarsi e fuggire, con l'ostacolo dietro l'angolo o qualche errorino di valutazione tipico di questi casi, sono un elemento fin troppo sfruttato in questo tipo di pellicole - ma si potrebbe dire lo stesso della scena del poliziotto che viene a perquisire la casa, l'avrò vista qualche migliaio di volte -, assieme alla caratterizzazione della coppia di pazzi, lei una donna molto ambigua, che non può avere figli e si è fatta rapire questa bambina dal marito, che ora tiene incatenata, oltre ad essere convinta che la bambina di porcellana che le ha regalato la madre in punto di morte sia suo figlio, lui invece presenta meno psicosi ed è più ancorato alla realtà, però è un gran b4st4rd0, viscido e cinico, questa situazione in ogni caso riesce a trasmettere un po' di tensione per la fine che potrebbero fare i protagonisti, con anche qualche sequenza riuscita tra momenti claustrofobici - dalla cantina stessa, allo scivolo per buttare i panni - e la disturbante scena della rimozione del piercing per liberarsi.
Vi è anche un ricorrente uso dell'ironia nera, praticamente spiattellata in ogni situazione, con dei dialoghi costantemente sopra le righe, dati anche dalla natura dei personaggi, dal marito stesso che scherza continuamente sull'esito finale dei due protagonisti, tra vita e morte, agli stessi che nella loro natura vagamente picaresca regalano qualche momento interessante - la scena in cui Bill Skarsgard seduce la moglie per riuscire a liberarsi -
Sufficiente, abbastanza derivativo, ma intrattiene.