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MISSION: IMPOSSIBLE - FALLOUT regia di Christopher McQuarrie

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Dom Cobb     7½ / 10  09/05/2025 19:19:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo essersi lasciato sfuggire tre nuclei di plutonio, l'agente dell'IMF Ethan Hunt e la sua squadra vengono incaricati di recuperarli prima che uno spietato gruppo di terroristi capeggiati dal misterioso John Lark se ne impadronisca...
Arrivata al sesto capitolo, la serie di "Mission: Impossible" continua imperterrita nel solco dei suoi immediati predecessori e per la prima volta nella storia del franchise vige la regola squadra che vince non si cambia. Così, Christopher McQuarrie torna una seconda volta a scrivere e dirigere e il risultato estremizza ogni singolo aspetto che nel precedente "Rogue Nation" era stato universalmente apprezzato, secondo l'adagio che più grande è, meglio è.
Non sempre, a quanto pare.
A scanso di equivoci, questo "Fallout" è un ottimo film d'intrattenimento, dal ritmo solido ed eseguito con la perizia tecnica che uno si aspetterebbe dalla serie a questo punto. McQuarrie sa il fatto suo sia per quanto riguarda imbastire trame cervellotiche e ricche di colpi di scena e risvolti inaspettati, sia in ambito action; ed è su quest'ultimo fronte che si preme il pedale, enfatizzando il tasso spettacolare fino a portarlo a livelli mai toccati prima dalla saga, esasperando l'assurdità degli stunt pur cercando di mantenerli il più pratici e concreti possibile, regalando alcune sequenze al cardiopalma.


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Purtroppo, a lungo andare si insinua in maniera sempre più vistosa un problema, che già aveva fatto timidamente capolino nel capitolo precedente: l'esagerazione. Se "Protocollo Fantasma" e soprattutto "Rogue Nation" avevano trovato un equilibrio fra azione, dramma e commedia, qui i toni comici vengono minimizzati e sostituiti invece da una bizzarra aura seriosa da filmone epico, già ben evidente da un prologo insolitamente cupo.


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L'intento della pellicola di esplorare la personalità del suo eroe Ethan Hunt non è nuova, ma qui viene eseguita con una serietà eccessiva, con un atteggiamento da film impegnato che però non ha niente da dire, dove qua e là spuntano discorsi di carattere morale che sanno solo di vuota retorica idiota e non stanno né in cielo, né in terra, patetici tentativi di elevare il protagonista e la star sua interprete a livelli semi-divini;


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e così come viene enfatizzato il dramma, anche l'azione e la trama vengono portati a livelli di esagerazione evitabili. La storia, pur non essendo così complicata di per sé, viene resa contorta da una sceneggiatura un po' troppo verbosa, con troppe parti interessate presentate in maniera un po' confusionaria,


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e viene dilatata nel finale da aggiunte non proprio necessarie ai fini della trama, che avrebbe potuto concludersi anche una ventina di minuti prima.


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E l'azione, sfortunatamente, soffre della stessa tendenza a strafare, incorporando effetti speciali fin troppo ingombranti e riducendosi a smargiassate tipicamente americane in cui gli eroi paiono dei superuomini invincibili.


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Tutto questo mi impedisce di unirmi al coro di voci che vuole "Fallout" uno dei migliori film d'azione del nuovo secolo e lo rendono "soltanto" un buon film con qualche esagerazione di troppo.
Il cast è sempre volenteroso, con la nuova aggiunta Henry Cavill che si fa notare in positivo (anche se il suo ruolo nella storia, già abbastanza prevedibile di suo, viene sgamato fin troppo presto) e un Sean Harris se possibile ancora più sinistro nei panni del terrorista psicopatico. E le musiche di Lorne Balfe, a dispetto dell'odiosa tendenza di riarrangiare il tema principale con tanto di coro "epico" che è più risibile che altro, ha degli ottimi momenti.
Ma tutto alla fine si riduce a un entusiasmo forse eccessivo nelle proprie possibilità: arrivati a un certo punto, il successo continuo inizia a dare alla testa e va a perdersi il senso della misura, necessario invece a mantenere un equilibrio fra i vari ingredienti che ora si è spezzato. "Fallout" ne fa le spese, ma per fortuna, al netto dei suoi vistosi difetti, è tutt'altro che un disastro.