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EDEN (2025) regia di Ron Howard

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stratoZ     5 / 10  10/05/2025 11:51:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Fondamentalmente "Eden" è nella media dei film di Ron Howard, autore che penso abbia avuto qualche altino, ma anche tanta mediocrità, di cui non vedevo un film dal 2018, quando uscì lo spin off su Ian Solo, essendomi ampiamente stufato del suo cinema, ecco questo non fa eccezione, "Eden" è un film fortemente derivativo, a cui si può riconoscere il merito di essere ben più cupo rispetto alla restante produzione del regista ma di certo manca di originalità, creando un calderone particolarmente variegato in cui viene mostrata la più tipica e banale critica alla società occidentale e al capitalismo, quel capitalismo invadente che arriva anche in un'isoletta sperduta delle Galapagos, grazie ai media che già al tempo stavano ingranando tanto - ricordiamo l'ascesa dei totalitarismi fu favorita da una massiccia campagna mediatica - con la storia del dottor Ritter che diventa di interesse mondiale e attira gente curiosa, tra cui questa coppia, venuta per seguire le loro orme, che fin da subito ripudieranno sperando non riescano ad adattarsi alla vita selvaggia, e questa baronessa, una sorta di arrampicatrice sociale con i suoi schiavi e il grande sogno di costruire un Hotel di lusso nel mezzo di questa isoletta totalmente incontaminata, la metafora è chiara fin da subito, il resto del film aggiunge relativamente poco, tirando in ballo svariati argomenti senza mai dare una visione approfondita, dalla storia della baronessa col nome lunghissimo che potrebbe essere un personaggio di Fantozzi, il suo controllo sugli uomini grazie all'enorne bellezza - ed in effetti, dagli torto con Ana De Armas - e le sue bugie pur di riuscire ad imporre la sua visione, la tematica dell'uomo che nella natura torna ai suoi istinti più selvaggi, con l'etica del dottor Ritter che progressivamente si spegne, passando dall'essere vegetariano convinto al mangiare anche animali per necessità, fino a quella critica intrinseca riguardante lo stesso Ritter sull'apparenza in contrasto con la loro scelta di voler vivere lontani dalla società borghese, accennando al fatto che Ritter stesso invia le sue lettere ai giornali per acquisire una certa notorietà e ammirazione, mentre filosofeggia sull'isola nella scrittura del suo libro a detta sua rivoluzionario.

Ma il tutto è trattato in maniera così superficiale che lo spettatore non ha il tempo di metabolizzare, la sceneggiatura mostra tutte le sue falle in una scrittura che presto si impantana su se stessa e diventa una sorta di faida tra queste famiglie per la sopravvivenza sull'isola, con continui contrasti, momenti di pura crudeltà gratuita - la baronessa che arriva ad ordinare ai suoi uomini di non aiutare la donna che sta partorendo e loro che le obbediscono nonostante le sue urla di dolore e i cani randagi che la vogliono sbranare mi sembra francamente eccessivo e caricato - che alla fine puntano più ad una polarizzazione dei personaggi per dare una soddisfazione di pancia allo spettatore piuttosto che farlo ragionare sulle tematiche, tipica scelta furbetta di Ron Howard per accalappiare il pubblico.

Mediocre.