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HOLLAND regia di Mimi Cave

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Cagliostro     2 / 10  12/05/2025 11:26:39 » Rispondi
"A Good Marriage", tratto da un racconto di Stephen King, mi aveva fatto già moderatamente schifo, ma almeno era un film, con una trama, con archi di trasformazione dei personaggi con qualche briciolo di tensione e soprattutto con una regia funzionale e consona alla storia narrata.
Holland, Michigan è un'orribile superflua e stupida caricatura della medesima tematica: provincia americana da cartolina, come quella di molte storie di Stephen King o di David Lynch, che nasconde sotto il velluto blu o dietro la tenda rossa segreti inconfessabili.
La sceneggiatura di Sodroski è pigra, brutta, banale. E basta con questa storia della Black List, anche io ho due mie sceneggiature sulla Black List con tanto di commenti di fin troppo lusinghieri. I personaggi non hanno nessun approfondimento psicologico, non c'è nessuna tensione narrativa, archi di trasformazione inesistenti se non imbarazzanti, dialoghi senza mordente né efficacia. Ma se già la sceneggiatura non brilla la regia è ancora peggiore. Mimi Cave evidentemente troppo impegnata a curare la propria estetica patinata in bilico fra cartolina, spot pubblicitario e cartone animato, si dimentica si sollevare il velluto blu di Lynch per mostrare il Male che si nasconde dietro quella perfezione apparente e fasulla. Il film si riduce a una pessima brutta copia di a Good Marriage, senza quel minimalismo morale disturbante proprio della quotidianità piccolo borghese raccontata da King. Inoltre, la Cave è più disorientata dell'ago di una bussola smagnetizzata. Ha girato un thriller o una black comedy o un dramma borghese o una satira sociale o un'opera surreale e grottesca? Nessuno di questi o tutti insieme confusi in un unico scarabocchio?
Holland, Michigan è noioso brutto, mal scritto, con una progressione narrativa claudicante e colpi di scena telefonati, che, saltando da un cliché all'altro, raggiungono un finale che vorrebbe essere catartico, ma invece è solo la caricatura dell'ennesimo cliché narrativo. Il film non coinvolge e non appassiona; non fa paura, non tiene in tensione, non fa né ridere né sorridere, è solo irritante!
Sodroski e Cave si sono limitati a mettere in scena una farsa prevedibile, impacchettata come prodotto di consumo per il pubblico social, che non si fa domande e non ha bisogno di risposte.
Il gran finale con doppia voce fuoricampo che vorrebbe far riflettere fra realtà e illusione e forse fra apparenza e sostanza dichiarando che la perfezione non esiste vorrebbe essere un qualcosa di profondo, ma in realtà non ha neppure la dignità di una toppa narrativa anche se la sua profondità è davvero enorme... come un buco nero!