Grande classicone di Forman, che ai tempi fece pure incetta di oscar, "Amadeus" è uno splendido colossal che ci porta tramite il racconto in flashback di Salieri nella vita di uno dei compositori più celebri di tutti i tempi, è un film che tratta svariati argomenti, su tutti quello dell'invidia, motore alla base del racconto, che Salieri ha sempre provato nei confronti di Mozart, considerato da lui stesso un villano, goffo e infantile piccolo uomo però dotato da Dio di un talento musicale immenso, cosa che assieme alla sua particolare irriverenza lo farà vedere di cattivo occhio dai cortigiani del tempo, ambientato nella lussuosa corte viennese di Giuseppe II, fin dalle prime battute mostra una personalità eccentrica come quella del compositore scontrarsi col formalismo tipico dell'ambiente, la sua risatina buffa, le sue battutine, il comportamento vagamente infantile, l'apparente noncuranza delle convenzioni di corte lo rendono un personaggio scomodo e costantemente biasimato dal compositore di corte e dai suoi collaboratori, spesso sopportato soltanto grazie al suo talento musicale che sembra avergli spianato la strada per il successo.
La prima parte è fondamentalmente un crescendo dell'invidia di Salieri nei suoi confronti, partendo da piccoli elementi, dalla marcetta che Salieri ha composto che viene rivisitata in tempo reale da Mozart, all'invidia per la collaborazione e la presunta relazione con una donna amata ma con la quale non è mai riuscito ad ottenere nulla, allo stesso tempo vi è una componente musicale non indifferente, con tantissime scene ambientate nel teatro reale con Mozart che mette in scena le sue opere più celebri, da "Il ratto dal serraglio" a "Le nozze di ****ro", arrivando alla più cupa "Don Giovanni", influenzata dalla morte del padre a cui il compositore era tanto legato, è tramite queste scene che Forman introduce un'altra tematica, quella del giudizio del pubblico e delle alte cariche sull'operato dell'artista, viene mostrato come l'orecchio di Salieri, avvezzo alla musica e da esperto del settore, riconosca intimamente in tutto e per tutto il genio di Mozart, ma non lo da a vedere per una pura questione di invidia, lo stesso non si può dire per il pubblico di corte, considerato snob e con la puzza sotto il naso, che applaude timidamente alle opere del compositore, o lo stesso Re Giuseppe II che smuove critiche effimere all'opera - troppe note, sire - senza averne la competenza in materia, il tipico giudizio affrettato che verrà ampiamente smentito dalla storia.
La seconda parte prende dei toni molto più cupi, una volta terminata l'ascesa di Mozart mostra la sua vita da un punto di vista più difficoltoso, non vengono mostrati più gli sfarzi di corte quanto la sua casa in uno stato di particolare disordine nel mentre il compositore è particolarmente immerso nella scrittura delle sue opere tra le dipendenze di alcool e farmaci, oltre a grossi problemi economici per la sua natura spendacciona che gli causeranno anche un certo distacco dal padre e dalla moglie, la stessa Vienna diventa innevata e apparentemente ostile, la fotografia si fa ben più buia - splendida l'inquadratura di Salieri mascherato che di notte scende le scale dell'appartamento di Mozart, sembra presa da un film gotico - mostrando la discesa prima nella crisi e poi in un'agonia che porterà alla morte del compositore, non prima di aver regalato una scena semplicemente immensa allo spettatore, quella famosa scena di Salieri che aiuta Mozart nella composizione del requiem, senza riuscire a stargli dietro, tanto è il genio, capendolo a malapena, l'ultima dimostrazione di superiorità prima di spirare.
Amadeus è un colossal bellissimo, molto romanzato, vero, - tutta la vicenda riguardante Salieri non è mai stata provata, purtroppo in questo film il compositore fa una pessima figura, cosa che sicuramente non merita - ma funziona benissimo a livello di significato, messo in scena divinamente, la regia di Forman è eccezionale nel suo tratteggiare i personaggi, riuscendo anche con un certo umorismo a spezzare la solennità tipica di questi colossal, rendendo la visione fluida e gradevole nonostante la corposa durata, splendide le scenografie, dalle corti ai teatri popolari in cui Mozart troverà fortuna nella seconda parte della sua carriera, con tante scene di immenso valore - vogliamo parlare della scena della festa in maschera? Registicamente ineccepibile, con la presa in giro finale di Mozart a Salieri - e soprattutto, altro elemento fondamentale, le interpretazioni: F Murray Abraham è eccezionale nel suo Salieri, invidioso, meschino, viscido, ma tutto sommato così umano e impotente di fronte al fato che sembra averlo punito, Tom Hulce interpreta un Mozart particolarmente macchiettistico ma capace di variare benissimo il registro, dalla spensierata gioventù contraddistinta dalla sua risata imbarazzante ad una più sofferta seconda parte della vita in cui emergono problemi e dipendenze, ma tutto il cast sembra in stato di grazia.