Ottimo film di Milestone, che mischia molto bene il melodramma col noir, in realtà parecchio atipico nella filmografia del regista, più avvezzo a colossi di guerra, ma perfettamente riuscito, con una sceneggiatura precisa come un orologio svizzero e un trio di protagonisti eccezionale, tra un esordiente Kirk Douglas, che si fatica a riconoscere, un ottimo Van Heflin e la splendida Barbara Stanwyck, che dopo il successo di "Double indemnity" ripropone un ruolo sulla falsariga di quest'ultimo.
"The strange love of Martha Ivers" è un film che ci mette tempo ad ingranare, dai ritmi lenti e che propone una lunga introduzione che però è essenziale per dare un completo background dei personaggi, con una prima parte ambientata nel 1928 in cui mostra gli avvenimenti che influenzeranno il futuro dei personaggi coinvolti, con la giovanissima Martha alle dipendenza della ricca zia, una donna cattiva, sgarbata e dispotica che tratta male lei e il suo migliore amico, che una notte verrà uccisa da Martha stessa facendola cadere dalle scale dopo averla colpita, da qui, col suo amichetto Walter che ha assistito alla scena decideranno di insabbiare tutto dando la colpa ad uno sconosciuto che si era intrufolato in casa, col padre di Walter che decide di credergli per sfruttare la situazione in suo favore e con Sam che era fuggito poco prima ma loro sono convinti abbia assistito all'evento.
Dopo si passa al presente, nel 1946 in cui Martha e Walter si sono sposati, avendo addirittura incrementato di molto la ricchezza della famiglia, e con Walter che è diventato procuratore distrettuale del posto, che si chiama Iversville proprio perché di proprietà della famiglia di Martha, da qui il film dipana una splendida sceneggiatura in cui gli avvenimenti fanno emergere tutti i conflitti e i compromessi dei personaggi, con Martha che ha sposato Walter soprattutto per farlo tacere riguardo alla vicenda dell'omicidio e quest'ultimo afflitto da un forte senso di colpa in quanto un uomo è stato condannato a morte per l'omicidio compiuto da loro, a questo andrà ad aggiungersi Sam, il loro amico tornato dopo oltre quindici anni a Iversville che rappresenta il passato che torna a bussare e tormenta la coscienza dei personaggi, e a questo proposito questo senso di colpa è evidenziato dal comportamento irrazionale di entrambi, con Sam che in realtà non sapeva nulla dell'omicidio che viene picchiato da degli uomini assunti da Walter per paura che parli, dopo che era tornato da lui solo per chiedergli il favore di liberare una donna di cui si era infatuato abbastanza casualmente la notte prima, la sceneggiatura sottolinea anche la componente del destino avverso che sembra tornare a chiedere il conto, una sorta di karma che fa sì che Sam abbia in incidente proprio alle porte di Iversville e sia costretto a passare dei giorni nella cittadina in attesa la macchina venga riparata, arrivando al punto che Martha, in costante stato di ansia e paranoia assieme al marito, arrivi ad affrire metà della sua enorme azienda a Sam in cambio del silenzio sulla vicenda.
Il finale enfatizza tutta la carica drammatica e il dilemma psicologico dei personaggi, disperati, in piena paranoia e pieni di sensi di colpa per l'accaduto, tra l'amore non ricambiato di Walter per la moglie e quello non ricambiato di Martha per Sam, ormai invaghito della giovane incontrata precedentemente, con dei momenti colmissimi di pathos a coronare una sceneggiatura impeccabile.
Molto bello anche a livello stilistico, sfruttando molto gli archetipi del noir, con questa città spesso mostrata cupa e buia come le coscienze dei protagonisti e una pioggia battente che sembra un monito del cielo per i drammatici avvenimenti che avverranno, un utilizzo della fotografia di gran livello tra ombre definite e luci spot che spesso evidenziano la natura dei personaggi, specialmente una Barbara Stanwyck cattiva e manipolatrice.